La Commissione Commercio del Parlamento europeo ha votato il mandato negoziale fra Unione europea e Stati Uniti. Siamo di fronte ad una nuova formulazione del TTIP dopo la pubblicazione dei due mandati negoziali della Commissione europea: uno su riduzione tariffe e l’altro sulla cooperazione regolamentare. A rischio sono la stabilità e il futuro delle piccole e medie imprese italiane.
In Commissione abbiamo votato con convinzione no. Non ci sono le condizioni politiche per negoziare: non sono stati rimossi i dazi sull’acciaio e alluminio e non esiste un chiaro impegno americano nel rimuovere tali dazi prima della fine dei negoziati. Trump deciderà inoltre che tipo di dazio applicare all’importazione di macchine e di componentistica e parti di auto, un settore che coinvolge principalmente piccole e medie imprese italiane nell’indotto.
Altro pomo della discordia è l’insistenza americana nel inserire l’agricoltura, inclusi gli OGM, nell’accordo negoziale. Nonostante le rassicurazioni del Commissario Cecilia Malmström l’Unione europea ha inserito, nell’elenco dei prodotti industriali, anche la pesca.
Per quanto riguarda l’accordo sulla cooperazione e l’utilizzo di standard per controlli e autorizzazioni d’esportazione, la nostra preoccupazione è che possa danneggiare il settore chimico e fitosanitario visto che non sapremo quali standard e quali certificati dovranno essere resi conformi e utilizzabili per l’esportazione. Gli Stati Uniti hanno una visione differente sui principi, come quello di precauzione, che tutelano i nostri consumatori e noi non possiamo cancellarlo perché permette il riconoscimento del diritto alla salute per 500 milioni di cittadini europei.
Mentre per gli Stati Uniti le auto costruite in Europa sono un pericolo per la sicurezza nazionale (una scusa per imporre dazi al 25%), l’Europa apre a un negoziato difficile e dagli esiti incerti. Riteniamo che il Consiglio debba prendersi una pausa. Prima rimuoviamo i dazi su acciaio e alluminio e poi ne riparliamo.