Dopo il crollo rovinoso del Ponte Morandi era legittimo avere qualche dubbio sulla regolarità dei controlli e della manutenzione. Ora, però, siamo di fronte a un’accusa vera e propria che la Procura di Genova muove verso 5 ingegneri legati a Spea Engineering, società controllata da Autostrade per l’Italia e delegata a monitoraggi e manutenzioni.
Questi tecnici avrebbero falsificato l’esito di alcuni controlli e comunicato alle autorità competenti test in realtà mai avvenuti.
Al di là delle eventuali colpe dei tecnici, però, è vergognoso che la società concessionaria della rete autostradale (Autostrade per l’Italia) sia proprietaria della società che deve monitorare la sicurezza delle infrastrutture come il ponte Morandi. Il controllato che controlla il controllore. Un palese conflitto di interessi, a causa del quale lo Stato italiano è stato ingannato dai privati e non ha potuto intervenire con il tempismo e la consapevolezza necessari, perché era stato rassicurato sulla sicurezza di un Ponte che in realtà stava cadendo a pezzi.
Un peccato letteralmente mortale, che, se verrà confermato dalle indagini, dovrà essere pagato dai responsabili con il massimo della pena. Certo, ora è legittimo andare ancora oltre con i cattivi pensieri: è credibile che 5 ingegneri della società controllata da Autostrade s.p.a abbiano agito in autonomia, senza che qualche dirigente di Autostrade li sollecitasse a commettere il reato? Di nuovo, un dubbio più che legittimo che lasciamo indagare alla procura.
Intanto, però, il nostro giudizio politico deve essere ancora più netto che in passato: la tragedia del Ponte Morandi è certamente colpa dei privati che non hanno controllato a dovere e hanno investito poco e male nella manutenzione, ma chi ha garantito a quei privati una concessione eterna e pesantemente sbilanciata, nella quale si lasciava campo libero ad Autostrade s.p.a di fare profitto a discapito degli investimenti? La politica del passato si porterà nella tomba la sua parte di responsabilità per i 43 cittadini rimasti uccisi in quella terribile mattinata. Adesso il Ministero delle Infrastrutture sta tornando a mandar fuori i suoi tecnici per fare controlli effettivi, riscontrando nella realtà quello che dicono le carte del concessionario. E’ accaduto a a partire dalla A24-A25 e accadrà ovunque sempre di più.