Siamo alle comiche. Sandro Gozi, sottosegretario agli Affari europei dal 2014 al 2018 prima del Governo Renzi e poi in quello Gentiloni, si candiderà in Francia con il partito di Emmanuel Macron. Questa decisione pone dei quesiti: quando era membro del governo e negoziava in Europa per l’Italia faceva davvero gli interessi degli italiani? O il suo cuore batteva già per la Francia?
L’Italia governata dal Pd ha sempre ubbidito come un cagnolino a tutti i diktat di Bruxelles (che non si muove se prima non c’è l’ok di Berlino e Parigi). Su austerity, trattati commerciali, fondi agli agricoltori, accoglienza dei migranti salvati nel Mar Mediterraneo l’Italia non ha mai toccato palla. Hanno deciso sempre gli altri calpestando, in buona parte, i nostri interessi. Con il governo Conte la musica è cambiata ed evidentemente non resta al renziano Gozi che cercare una poltrona in altri lidi.
Lo scorso 4 marzo i cittadini gli hanno già dato il benservito non eleggendolo alla Camera dei Deputati ma se ha fatto tanto bene per l’Italia perché scappa dal confronto con i propri elettori non candidandosi nella sua circoscrizione quella che comprende l’Emilia Romagna? Candidarsi in un altro Paese non cambierà la considerazione che gli italiani hanno del Pd e di tutta la sua classe dirigente. È solo un atto di codardia politica.