È dall’inizio della legislatura che ho concentrato gli sforzi della Commissione Finanze sulla predisposizione di un’organica riforma di semplificazione fiscale. È arrivato il momento di raccogliere i frutti. A marzo la proposta di legge semplificazione a mia prima firma verrà presentata in aula, dopo aver concluso il suo percorso in commissione. Questa proposta, dal titolo: “Disposizioni per la semplificazione fiscale, il sostegno alle imprese e il contrasto all’evasione fiscale” è importantissima per diverse ragioni.
Innanzitutto è una proposta di legge parlamentare, e già solo per questo restituisce centralità alla sede del potere legislativo, come ha sempre voluto il MoVimento 5 Stelle e come richiede la Costituzione italiana.
In secondo luogo, è un intervento concreto di semplificazione, mentre nella precedente legislatura assistevamo a interventi che dietro la retorica della semplificazione nascondevano nuovi obblighi per i contribuenti motivati con la scusa poco credibile della lotta all’evasione fiscale, che infatti a conti fatti non ha portato a risultati tangibili.
Il principio guida della nostra proposta, invece, è quello di un fisco corretto ed equo, che non faccia pesare la lotta all’evasione fiscale, assolutamente necessaria, anche sui contribuenti onesti. Il nostro fine ultimo è liberare per tale via le migliori energie produttive del Paese e favorire la crescita e l’occupazione.
Siamo quindi partiti dalle semplificazioni sui versamenti accentrando obblighi marginali sulle modulistiche attuali, aiutando così tra l’altro i datori di lavoro che svolgono la funzione di sostituti di imposta per i loro dipendenti.
Abbiamo semplificato i modelli e dato più tempo per presentare la dichiarazione dei redditi spostando i termini dal 31 ottobre al 31 dicembre.
Anche sul tema dell’IVA abbiamo semplificato. Il fine di questi interventi è stato quello di evitare che i contribuenti potessero cumulare importanti crediti verso lo Stato che magari poi avrebbero avuto difficoltà ad esigere. Ricordo di passaggio che sull’IVA abbiamo già fatto tanto, disinnescando 12,4 miliardi di euro di aumenti nel solo 2019. Lo faremo anche nelle prossime manovre.
Per aumentare la fiducia nello Stato e rinsaldare il rapporto con il contribuente siamo intervenuti per rimuovere sanzioni che non hanno dei supporti sostanziali; si pensi alle sanzioni derivanti dall’inefficienza del sistema tributario, all’assenza di un vero contraddittorio, alla presenza di inutili adempimenti formali. Per non parlare di quelle connesse alla dimenticanza dell’apposizione della clausola di non trasferibilità sugli assegni bancari e postali.
E poi un occhio anche a professionisti e piccoli imprenditori – la colonna vertebrale del sistema-Italia – prevedendo gli stessi limiti di pignorabilità per i debiti tributari attualmente previsti per i lavoratori dipendenti.
Siamo intervenuti anche a favore delle famiglie estendendo i bonus per la natalità fino al 2021 nella certezza che un Paese più giovane è anche più produttivo.
E poi un’attenzione particolare è stata dedicata naturalmente all’evasione fiscale, alle agevolazioni per chi vuol fare impresa nei piccoli centri che tanto arricchiscono il nostro Bel Paese, per chi vuole rientrare in Italia a lavorare, per beni e servizi essenziali all’infanzia e persone disabili e non autosufficienti.
Durante le audizioni, tutti i portatori di interessi (oltre agli Uffici delle della pubblica amministrazion ricordo Altroconsumo, ANTI, ANCI, ANCE, ConfProfessioni, Confedilizia, Ancot, ConfImi, ReteImprese, Consiglio nazionale dei dottori commercialisti ed esperti contabili, Consiglio nazionale dell’Ordine dei consulenti del lavoro, Associazione nazionale revisori contabili, Confindustria, I.N.T., Magistrati tributari, Confapi, Lapet, UNCAT, UNAPPA, etc.) hanno espresso il loro plauso all’iniziativa, suggerendo spunti ulteriori in parte accolti in fase emendativa.
Ed ancora, abbiamo previsto incentivi alla green economy e all’economia circolare, mediante agevolazioni fiscali su prodotti da riciclo e riuso, compostaggio rifiuti e rottami e un credito d’imposta per il reso degli imballaggi di merce.
Sono convinta, insieme ai colleghi della Commissione Finanze, che questa proposta di legge possa dare una sterzata al sistema produttivo e tributario:
- sbloccando risorse e tempo per professionisti ed imprese ed aumentando così la produttività del Paese
- riportando il contribuente al centro di un processo fiscale semplice e intuitivo
- riducendo gli adempimenti, rendendo maggiormente prevedibili i tempi amministrativi e sanzionando solo per questioni sostanziali e mai per mere formalità, ripristinando il rapporto Stato-contribuente oggi gravemente minato
- creando solide basi per aggredire l’evasione fiscale ed evitare che spadroneggino misure elusive.
Insomma una proposta per rilanciare – come prescrivono i valori del Movimento 5 Stelle – lo sviluppo della parte sana del Paese.