Cambiamento climatico, gestione dell’acqua inefficiente, incremento degli usi industriali ed energetici, aumento della popolazione. L’acqua di cui disponiamo è sempre più “a rischio” e a confermarlo è anche il nuovo World Water Development Report dell’Onu, pubblicato in occasione della Giornata mondiale dell’acqua che, ricordiamo, quest’anno ha come slogan una frase a noi molto cara: “Nessuno vede restare indietro”. Entro il 2030, prevede il report, quasi la metà della popolazione mondiale vivrà in aree ad alto stress idrico. Un dato che fa il paio con gli oltre 2 miliardi di persone che non hanno accesso all’acqua potabile e ai servizi igienici, come ha ricordato anche il ministro dell’Ambiente Sergio costa nel corso del convegno Acqua pubblica. Una sfida globale, che si è svolto oggi alla Camera.
La crisi idrica globale fa sentire i suoi effetti anche In Italia: nel Nord del Paese bacini e corsi d’acqua fanno registrare livelli analoghi a quelli del mese di agosto e a questo si aggiunge il dato, purtroppo strutturale, del 40% e oltre di acqua che si perde nel viaggio tra le sorgenti e le nostre case. Il Movimento 5 Stelle denuncia da anni l’assenza di iniziative adeguate per far fronte a questa situazione. Per questo, fin dai primi giorni di insediamento del governo stiamo lavorando per mettere a punto una strategia unitaria in grado di pianificare politiche di gestione e investimenti, guardando all’orizzonte del medio e lungo termine.
Il primo atto è stato l’approvazione del Piano straordinario invasi e acquedotti, che consente di dare il via a 30 interventi immediatamente cantierabili per 250 milioni euro complessivi. Lo stanziamento di un miliardo di euro in 10 anni rende invece operativo il Piano nazionale del settore idrico, finora istituito ma senza dotazione. I criteri per l’assegnazione di questi fondi presso saranno definiti a breve dal tavolo tecnico-politico istituito presso il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Per l’adeguamento e la messa in sicurezza di dighe, sistemi di adduzione e infrastrutture acquedottistiche è già previsto un ulteriore stanziamento di 200 milioni di euro per interventi urgenti e indifferibili. Infine, dopo tre anni di attesa, è prossimo il varo del Fondo di Garanzia opere idriche, con una dotazione che, grazie alla garanzia di ultima istanza offerta dallo Stato, consentirà di rilanciare gli investimenti per svariati miliardi di euro nella depurazione, per il miglioramento della rete e per la manutenzione di dighe e acquedotti. Con 1,5 miliardi a disposizione del fondo si potranno attivare investimenti per almeno 5 miliardi di euro.
A questo piano si aggiungerà poi la legge sull’acqua pubblica, un tassello importante in grado di garantire che ogni centesimo pagato in bolletta venga utilizzato per ammodernare la rete idrica. E a completare il quadro c’è la necessità – approfondita durante il convegno alla Camera – di giungere con urgenza ad avere la disponibilità di una banca dati unitaria ed esaustiva che monitori costantemente la disponibilità e lo stato delle risorse idriche del Paese. Dobbiamo arrivare a definire un bilancio idrico nazionale e distrettuale, con un catasto aggiornato e accessibile dei corpi idrici presenti in Italia.
L’urgenza di tutelare la nostra risorsa più preziosa è tale che ogni giorno dev’essere considerato Giornata mondiale dell’acqua, ogni giorno dev’esserci la massima attenzione nel garantire questo diritto umano universale tenendo lontani gli speculatori.