Il garante italiano della privacy è Antonello Soro, un politico italiano del Partito Democratico. E’ stato il primo presidente del gruppo del Pd alla Camera nel 2007, ed è stato capogruppo del Pd, sempre alla Camera, fino al 2009. Dopo essere stato eletto dai suoi colleghi di partito come componente del Garante della Privacy nel 2012 si è dimesso da parlamentare ed è diventato presidente del massimo organo “indipendente” che dovrebbe proteggere i dati personali di tutti gli italiani, senza fare distinzioni politiche.
L’ex capogruppo Pd, oggi garante della privacy, ha multato nuovamente l’Associazione Rousseau per 50.000 euro. L’Associazione Rousseau era stata multata anche un anno fa perché non era stato scritto il nome del fornitore di server dentro all’informativa in modo esplicito e il garante aveva fatto una serie di rilievi. Tutti questi rilievi sono stati presi in carico e ci siamo messi a lavorare per risolvere tutti i problemi che erano stati segnalati. Non solo li abbiamo risolti, abbiamo creato una nuova piattaforma di voto su tecnologie allo stato dell’arte mondiale come abbiamo comunicato al Garante prima che ci scrivesse. Nonostante questo oggi il garante, ex capogruppo Pd, ha deciso di multare nuovamente Rousseau per un sistema di voto che non è quello utilizzato oggi e che non è più online. Ha deciso inoltre di darne pubblicamente notizia durante una votazione in corso su Rousseau con la quale il MoVimento 5 Stelle sta scegliendo i suoi candidati per le elezioni europee.
Tre giorni fa il garante ha permesso una fuga di notizie, che guarda caso riguarda Rousseau, dando al quotidiano finanziato con soldi pubblici Il Foglio l’esito dell’istruttoria sulla nostra piattaforma, con tanto di conferme da parte del segretario generale Busia. Tutto questo addirittura prima che questo fosse comunicato all’Associazione Rousseau. Il primo caso al mondo di garante della privacy che non rispetta la privacy e fa girare sui giornali documenti che dovrebbero essere riservati fino al momento in cui vengono mandati ai diretti interessati. Non ci sentiamo tutelati da un garante della privacy che ci considera un nemico politico da colpire a livello mediatico.
Il garante ha mai controllato gli altri partiti? Il suo partito per esempio, del quale è stato presidente e capogruppo è mai stato messo sotto la lente d’ingrandimento? Ha mai controllato le primarie del suo partito? Il modo in cui vengono contati i voti e il modo in cui vengono acquisiti i dati? Le multe che sono state comminate al Pd sono proporzionali a quelle comminate a Rousseau?
Temiamo che ci sia un uso politico del garante della privacy e che possa risentire della sua pregressa appartenenza al Pd.
Il garante della privacy dovrebbe tutelare tutti, non solo le persone del suo partito.
Può il garante della privacy essere un esponente politico di un partito? Noi riteniamo di no e non ci sentiamo tutelati in alcuna maniera. I dati degli iscritti al MoVimento 5 Stelle di cui il garante è entrato in possesso sono stati condivisi con terzi soggetti o fatti oggetto di accesso agli atti?
Tutte le nostre domande meritano una risposta.
L’Associazione Rousseau pagherà fino all’ultimo centesimo, nonostante sia stata multata per i problemi di una piattaforma che non è quella attualmente online e che non ha più alcun problema di riservatezza. Ma l’Autorità indipendente che si occupa della protezione dei dati personali non può più essere messa nelle mani di un uomo di partito.
Ps: Soro è laureato in medicina e ha fatto politica per tutta la vita. Per quali competenze è stato nominato Presidente dell’Autorità garante per la protezione dei dati personali ?