“Il Laboratorio è aperto da tempo. C’è una parte del Pd con cui ragioniamo. Da tempo”. A dirlo, in una intervista rilasciata al Corriere della Sera, è Gianfranco Miccichè, uomo di Silvio Berlusconi in Sicilia, esponente di spicco di Forza Italia, che rievoca chiaramente un nuovo patto del Nazareno. Un ritorno alle origini tra Forza Italia e l’alleato Pd. Il ritorno a quel famoso accordo tra Berlusconi e Renzi che bloccò il nostro Paese, mentre loro si spartivano poltrone e portavano avanti interessi personali.
Le dichiarazioni di Miccichè non ci sorprendono, abbiamo capito da subito che il “rinnovamento” di Nicola Zingaretti, nuovo segretario Pd, era solo un bluff. C’è poco da fare: cambia l’attore protagonista ma la regia nel Partito democratico rimane sempre la stessa. E del resto i primi atti del Pd di Zingaretti sono stati abbastanza chiari (e imbarazzanti): legge per aumentare gli stipendi dei parlamentari e legge per reintrodurre il finanziamento pubblico ai partiti. E poi lo scandalo della sanità in Umbria con esponenti del Pd coinvolti, ma anche il no al salario minimo e l’opposizione alla legge che taglia il numero dei parlamentari.
C’è poco da fare: il Pd rimane quel partito che mette al primo posto le “poltrone”, dimenticandosi come sempre di tutelere gli interessi dei cittadini.