La green economy è il futuro dell’Europa. Già oggi in Italia l’economia verde contribuisce al 13% del Pil e assorbe il 66% delle nuove assunzioni in progettazione e ricerca. Il report GreenItaly 2015 ci dice che ha creato 3 milioni di posti di lavoro negli ultimi anni.
Gli investimenti green, come quelli in efficienza energetica, nelle energie rinnovabili, nella gestione delle foreste, nell’agricoltura sostenibile e per la tutela del suolo salvano il nostro Pianeta sotto attacco per via dei cambiamenti climatici e favoriscono in modo significativo la creazione di nuovi posti di lavoro di qualità e a livello locale. Secondo dati del Parlamento europeo l’economia basata su tutto il comparto verde porterà nei prossimi anni alla creazione in tutta Europa di 20 milioni di nuovi posti di lavoro. È questa la strada giusta. È questa la strada del futuro.
LA FINANZA DIVENTI ‘SOCIALE’ E ‘VERDE’
La transizione verso società ed economie sostenibili deve realizzarsi al più presto. La nostra idea è semplice ma rivoluzionaria: un’impresa deve essere premiata dalla finanza se sceglie di produrre in maniera più innovativa e se intraprende processi processi industriali che limitino o azzerino le emissioni inquinanti. Per far ciò chiediamo, ad esempio, che l’Autorità bancaria europea (Eba) inserisca un “fattore sociale” nella normativa dei requisiti di capitale, favorendo sconti di capitali per le banche che fanno prestiti a imprese impegnate nel sociale e nelle politiche verdi.
Inoltre, la sostenibilità sociale deve diventare un criterio di merito attraverso esenzioni fiscali e sussidi mirati a favore di start-up e PMI. Vanno riconosciute e premiate quelle attività economiche che contribuiscono al perseguimento di obiettivi sociali, come per esempio l’accesso ai beni essenziali e ai servizi sociali di base, l’istruzione, lo sviluppo dell’economia sociale e delle imprese sociali.
INCENTIVI E PREMI ALLE IMPRESE CHE NON INQUINANO
Dalla ricerca alla produzione, dalla distribuzione alla manutenzione. In questi settori vanno premiate le imprese innovative che si convertono alla green economy, supportano la transizione e riducono il loro impatto ambientale. L’Europa deve creare le condizioni, usando incentivi e disincentivi, per aumentare la sostenibilità ambientale delle attività economiche. Per questo chiediamo una nuova strategia UE per l’industria sostenibile e una quota ancora maggiore di fondi europei da mettere a disposizione per la trasformazione industriale che coinvolga soprattutto le piccole e micro imprese. Non dimentichiamo inoltre che gli investimenti nelle energie rinnovabili e nell’efficienza energetica contribuiscono a rafforzare la competitività economica e industriale dell’Europa e a ridurne la dipendenza energetica.
PIÙ LAVORO CON L’ECONOMIA CIRCOLARE
L’economia di oggi si basa su questo principio: ci può essere sviluppo e crescita economica soltanto inquinando. Non è così. Bisogna uscire da questa logica della morte sfruttando, invece, l’ambiente e le sue risorse per creare e dare lavoro. È questo il compito dell’economia circolare che prevede un uso limitato delle risorse del Pianeta che vengono poi riutilizzate e riciclate. Uno studio dell’agenzia di protezione ambientale degli Stati Uniti stima che 10.000 tonnellate di materiali creano un posto di lavoro negli inceneritori, 6 posti di lavoro in discariche, 36 posti di lavoro in centri di riciclo e fino a 296 posti di lavoro nel settore del riuso. Riciclo e riuso convengono a tutti.
OBIETTIVO MOBILITÀ PULITA
Nei prossimi anni la trasformazione dei trasporti sarà cruciale per migliorare la qualità dell’aria e per la lotta ai cambiamenti climatici. Per questo il Movimento 5 Stelle sostiene con forza la diffusione dei veicoli a basse e zero emissioni. La strada per l’elettrificazione di auto, furgoni e camion è lunga ma noi vogliamo percorrerla, anche vigilando sugli standard per la riduzione della CO2 e sugli obiettivi per la promozione dei veicoli puliti a cui abbiamo già lavorato in Europa. Saremo sempre per una transizione equa e sostenibile e per ottenerla accompagneremo con una politica di incentivi il settore automobilistico più coinvolto dal mutamento necessario della produzione industriale.
Bisogna favorire la creazione di una filiera europea delle batterie elettriche nell’ambito dell’economia circolare. Non cederemo di un millimetro sul Dieselgate, scandalo tuttora irrisolto, e lotteremo per il trasporto pubblico pulito, facendo in modo che le nostre comunità possano godere delle risorse dell’UE per rinnovare le proprie flotte. Continueremo a lavorare per sganciare l’Europa dal destino fossile a cui è tuttora legata. E per farlo ci vuole il coraggio del cambiamento.