Europrogramma del MoVimento 5 Stelle: un fisco equo dicendo stop ai paradisi fiscali

 

Gli scandali LuxLeaks, Panama e Paradise Papers hanno svelato qual è la vera emergenza europea: i paradisi fiscali, interni ed esterni all’Unione, consentono a multinazionali e super-ricchi di eludere tasse per centinaia di miliardi di euro ogni anno con la complicità di molti governi. Il mancato gettito di queste tasse crea per molti Stati membri squilibri finanziari e non consente di impegnare risorse idonee per aiutare chi vive in condizione di povertà e di deprivazione materiale.

 

I PARADISI FISCALI DENTRO L’UE

Per la Commissione europea sono sette i Paesi europei che adottano politiche fiscali aggressive e che sfruttano a loro vantaggio sistemi fiscali più favorevoli: Belgio, Cipro, Ungheria, Irlanda, Lussemburgo, Malta e Olanda. Questi sette paesi permettono l’attuazione di pratiche fiscali che minano l’equità del nostro mercato interno. Ci sono società o multinazionali che in questi sette Paesi non pagano le tasse su dividendi, interessi e canoni. Così facendo si evadono, di fatto, le tasse in modo lecito e si danneggiano tutti gli altri Paesi membri perché stiamo parlando di  una vera e propria concorrenza sleale.

 

I PARADISI FISCALI FUORI DALL’UE

LA Commissione europea ha, inoltre, aggiornato la blacklist dei paradisi fiscali a livello globale, cioè la lista di quegli Stati “non cooperativi” che consentono a privati e società di nascondere redditi e rendite al fisco europeo. Ad oggi ci sono 15 Paesi nella blacklist mentre altri 47 sono sotto osservazione. Soltanto un’azione coordinata di tutti i governi a livello mondiale può porre fine a queste pratiche elusive che danneggiano i cittadini. Tuttavia, già a livello UE si può fare molto.

 

LE NOSTRE PROPOSTE PER UN FISCO EQUO

Bisogna mettere fine all’era dei paradisi fiscali con queste proposte:

1) abbandonare su scala nazionale incentivi e pratiche fiscali dannose ponendo fine all’agguerrita concorrenza fiscale fra Paesi.

2) le multinazionali che lavorano in Italia devono pagare le tasse in Italia. Bisogna quindi introdurre un obbligo di rendicontazione pubblica Paese per Paese per tutte le multinazionali, così da conoscere quanto versano in imposte nei diversi Paesi in cui operano. La soglia, approvata dal Parlamento europeo, di 750 milioni di euro di fatturato per le imprese che devono rendicontare va abbassata.

3) applicare la 5 direttiva antiriciclaggio per creare registri pubblici dei proprietari effettivi delle aziende e impedire i trasferimenti in forma anonima dei proventi dell’evasione ed elusione fiscale.

4) introdurre a livello europeo un modello vincolante di tassazione unitaria delle multinazionali per far pagare le tasse alle multinazionali laddove conducono realmente la loro attività economica.

5) introdurre una webtax per equiparare le imprese digitali alle imprese tradizionali sul fronte della tassazione. Il Parlamento europeo ha approvato un pacchetto ambizioso ma il provvedimento è attualmente bloccato in Consiglio.

6) varare a livello europeo una tassa sulle transazioni finanziarie.

Se oggi il fisco è nemico di milioni di cittadini è anche perché è amico di pochissimi  privilegiati. Tutto questo deve finire, ecco perché è importante approvare subito le nostre proposte contro la grande elusione. Bisogna quanto prima porre fine ai paradisi fiscali per ridurre le troppe disuguaglianze di questa Europa.