Continuano ad arrivare segnali incoraggianti dall’economia reale. Dopo i dati sulla produzione industriale di gennaio e febbraio, in crescita rispettivamente dell’1,9% e dello 0,8% sui mesi precedenti, l’ISTAT ha rilasciato anche i dati sulla produzione nelle costruzioni. A febbraio l’indice è risultato in aumento del 3,4% rispetto a gennaio, facendo segnare la crescita congiunturale più elevata degli ultimi 23 mesi. L’aumento segue la crescita di gennaio, pari all’1,3%, che a sua volta fa seguito ai rialzi di dicembre e novembre. Si tratta di dati molto positivi, perché riguardano un ambito importante della nostra economia e arrivano dopo anni molto difficili. Lo sanno bene i lavoratori delle costruzioni che hanno subito in prima persona le conseguenze della crisi che ha investito tutte le imprese del settore.
Non vogliamo montarci la testa, ma in questi primi mesi dell’anno stiamo iniziando a raccogliere i frutti del duro lavoro portato avanti mentre stampa e opposizioni non perdevano occasione per narrare di catastrofi economiche, addossando a questo Governo ogni disgrazia planetaria. La crescita sostenuta della produzione nelle costruzioni non è frutto del caso. Appena arrivati al Governo abbiamo cercato di rompere quei meccanismi incentrati su una assurda austerità di bilancio che i vecchi Governi avevano imposto alla nostra economia. Basti pensare al Patto di Stabilità Interno che impediva ai Comuni italiani di investire le risorse che avevano in cassa. I risultati li abbiamo visti nei dati, con il crollo degli investimenti pubblici, che nel 2018 hanno toccato il minimo storico all’1,9% del Pil, considerando che prima del 2011 si aggiravano stabilmente intorno al 3%. Ma ancor di più li abbiamo sperimentati nella vita di tutti i giorni: tetti delle scuole pericolanti, ponti chiusi, strade dissestate, viadotti malandati e intere zone del nostro territorio abbandonate al degrado. Ad ottobre 2018 abbiamo sbloccato la possibilità per i Comuni di utilizzare gli avanzi di amministrazione. Si trattava di una cifra considerevole, pari a circa 1 miliardi di euro, e i risultati si sono visti fin da subito. Nei primi due mesi del 2019 si è registrata una crescita degli investimenti pubblici degli Enti locali, con quelli dei Comuni in crescita del 22% e quelli delle Regioni in crescita dell’85% rispetto allo stesso periodo di un anno fa. L’indice della produzione nelle costruzioni, dopo essere cresciuto dello 0,7% a novembre e dello 0,4% a dicembre, è infatti balzato dell’1,3% a gennaio 2019 e del 3,4% a febbraio.
Più investimenti pubblici infatti significa più opere, e più opere significa cantieri e lavoro. Questi quattro mesi di crescita continua hanno portato l’indice della produzione nelle costruzioni a registrare a febbraio una crescita tendenziale, cioè rispetto a un anno fa, del 7,8%. E presto inizieranno a produrre i loro effetti le altre misure inserite in Legge di Bilancio, come i 400 milioni in favore dei piccoli Comuni per realizzare opere di messa in sicurezza del territorio i cui progetti operativi devono essere pronti entro maggio, nonché i 500 milioni sempre in favore dei Comuni per progetti di efficienza energetica da realizzare entro ottobre (la cosiddetta “Norma Fraccaro”).
Cosa significa tutto questo?
Non si tratta solo di numeri con il segno più. E neanche solo di opere che vengono finalmente realizzate, di strade sistemate o edifici messi in sicurezza. Si tratta anche di posti di lavoro e di migliori prospettive di crescita. Non soltanto per il settore delle costruzioni, ma anche per tutta l’economia del Paese che ne potrà beneficiare in termini di aumenti dei consumi.
In questi mesi abbiamo subito attacchi di ogni genere e da ogni fronte, ma con umiltà e pazienza abbiamo continuato a lavorare. Concedeteci quindi la soddisfazione di vedere che i primi positivi frutti del duro lavoro iniziano ad arrivare.