Guardate a che livello di bassezza sono arrivati certi giornalisti italiani. Guardate cos’ha scritto oggi, sulla prima pagina de La Stampa, Mattia Feltri, firma di punta del quotidiano torinese:
“Il sindaco Chiara Appendino ha ricevuto una busta esplosiva, sufficientemente armata da far danni seri, e s’è sollevato il quarto d’ora dello sdegno. Solidarietà da qui e da là, sbalordimento in favore di like, dichiarazioni di prestampata spavalderia (se pensano di intimorirci hanno sbagliato indirizzo eccetera), e subito ognuno è tornato a controllarsi allo specchio: Matteo Salvini doveva vedersela via twitter con Fiorella Mannoia, a Luigi Di Maio toccava curare il lancio del servizio fotografico di fidanzamento su Chi, l’opposizione aveva da intestarsi l’approvazione del revenge porn (il solito spargimento di anni di galera: i dettagli in cronaca). Insomma, la campagna elettorale richiede dedizione: pacca sulla spalla ad Appendino e ci risentiamo un giorno di questi. E però a Torino sta succedendo qualcosa. Già a febbraio erano arrivate minacce di morte al sindaco, le strade della città sono sempre più spesso campi di battaglia, le periferie ribolliscono di rabbia sono gli illusi che si risvegliano delusi, e talvolta i delusi si risvegliano frustrati, e talvolta i frustrati si risvegliano violenti. È stato un giochino facile prendere i loro voti: onestà contro disonestà, che ci vuole? Ora i primi arrivano a chiedere il conto, nei modi che ritengono e che più praticano, compresi quelli da bombaroli, e nella distrazione generale. Sono soltanto un’avanguardia, ma quando questo governo sprofonderà sotto i suoi spropositi, e l’opposizione sotto le sue velleità, saranno molti e molto cattivi.”
Per Feltri è la “rabbia delle periferie”, la cui popolazione nulla ha a che fare con questi fatti, la giustificazione per fabbricare e inviare un pacco bomba che, come ha riferito la Questura di Torino, riporterebbe la firma anarco-insurrezionalista ed era “idoneo a esplodere” provocando gravissime conseguenze, alla sindaca Chiara Appendino, a cui – ancora una volta e a maggior ragione dopo aver letto cose come questa – va tutta la nostra solidarietà e vicinanza.
Un pacco bomba per Feltri è un modo come un altro di “chiedere il conto“. Di cosa, poi? E da parte di chi? Gli anarco-insurrezionalisti propugnano l’abolizione dell’autorità dello Stato e non provano alcuna simpatia per alcuna forza politica, come dimostrano i fatti.
Per Feltri la colpa di questo atto intimidatorio non sarebbe da ricercare fra i diretti responsabili, ma risiederebbe nella politica che, semplicemente, ha dato il proprio sostegno alla magistratura e alle Forze dell’Ordine e ha ribadito che la legalità deve essere tutelata per tutte e tutti, fregandosene delle ritorsioni intimidatorie.
Non una riga invece di condanna del gesto e di solidarietà alla sindaca, ma anzi una sorta di giustificazione, sulla prima pagina del principale quotidiano di Torino, della violenza e del terrorismo: #Feltrivergogna e chiedi scusa!
Ps: Chiediamo al presidente dell’ordine dei giornalisti Carlo Verna di intervenire immediatamente