La riforma della giustizia non è più rimandabile. I risultati dello “scoreboard” della commissione europea sulla situazione della Giustizia nei Paesi membri , anche se riferito a dati del 2017, non ci coglie di sorpresa: ci mostra quelli che sono i mali endemici della nostra Giustizia, per troppo tempo rimasta impantanata nella polemica politica.
Noi, quei problemi, li stiamo risolvendo e e ora dobbiamo procedere con la riforma riforma del processo.
Abbiamo fatto investimenti senza precedenti nel personale, nell’edilizia e nella digitalizzazione. Avremo finalmente un processo moderno ed efficiente in tempi brevi.
Siamo intervenuti con la legge Spazzacorrotti e altre leggi per ristabilire il principio della certezza della pena: oggi, chi sbaglia paga! E stiamo anche investendo sui percorsi rieducativi dei detenuti fondati sul lavoro. Adesso manca solo la riforma del processo.
I testi sono pronti da tempo e sono il risultato dei tavoli tecnici tenuti al ministero con gli addetti ai lavori. Una riforma che, nel settore civile, proprio quello preso in considerazione dal rapporto della Commissione europea, punta a dimezzare i tempi dei processi introducendo importanti novità nello snellimento delle procedure.
Sono sempre stato a favore del confronto politico, anche franco e schietto: come ho già detto, anche in assenza di ulteriori incontri, al prossimo CDM utile, potremo approvare la riforma per dimezzare i tempi del processo.
I cittadini e le imprese non possono più attendere. Non c’è più tempo da perdere.