L’Italia ha invertito la rotta. Dopo la crescita ben oltre le previsioni del primo trimestre 2019 (+0,23% sull’ultimo trimestre 2018) e dopo due mesi di crescita sostenuta della produzione industriale (+1,9% a gennaio e +0,8% a febbraio), anche i primi segnali sul mese di aprile fanno ben sperare. Uno di questi è l’indice manifatturiero PMI (Purchasing Managers Index, Markit) che prova ad anticipare la direzione futura dell’economia affidandosi al sentimento dei manager dell’industria.
Ebbene, mentre la Germania si conferma a livelli molto bassi, intorno a 44, l’Italia risale poco sotto la soglia psicologica di 50, che indica ripresa. Se pensiamo che l’indice PMI italiano si è contratto nel primo trimestre nonostante la ripresa dell’economia, il dato PMI su aprile dovrebbe segnalare una manifattura ancora più solida rispetto a gennaio, febbraio e marzo.
Già vediamo qualche professorone riposizionarsi, prevedendo una crescita 2019 superiore a quella indicata con prudenza dal governo. Cottarelli, un critico storico delle nostre politiche, si spinge fino a stimare un +0,4%, il doppio di quanto abbiamo scritto nel Def. Ma non doveva essere crescita zero? O addirittura recessione?
Dopo un 2018 di forte rallentamento l’inizio del nuovo anno segnala invece che qualcosa è cambiato. In tv o sui giornali pochi lo ricordano, ma la grande novità è che l’Italia non è più ultima ruota del carro europeo. Le posizioni sembrano essersi invertite: la Germania arranca e continua a segnare dati negativi, l’Italia riparte nonostante le difficoltà globali.
Cosa è successo rispetto al passato? Semplice: è entrata in vigore la nostra prima Manovra. Chissà se qualcuno avrà l’onestà intellettuale di riconoscerlo. La Manovra è stata al centro di una tempesta mediatica fin dall’inizio, con gli esperti “indipendenti” che prima attaccavano il deficit al 2,4% e poi, quando lo abbiamo leggermente abbassato, ci accusavano di non poter più rispettare tutte le nostre promesse. E invece è successo il contrario: Reddito di Cittadinanza, Quota 100, rimborso dei risparmiatori truffati, estensione del regime forfetario fino a 65.000 euro per le Partite Iva, meno Imu, Ires e Inail per le imprese, sblocco avanzi per gli enti locali virtuosi e piano di investimenti pubblici in strade, scuole, contrasto al dissesto idrogeologico.
I risultati sono sotto gli occhi di tutti. Finalmente dalle chiacchere siamo passati ai dati, ed è molto difficile continuare a sostenere che la nostra Manovra non stia aiutando l’economia, anche perché altre economie avanzate non se la passano proprio bene.
Lasciateci lavorare, da aprile si faranno sentire anche gli effetti espansivi del Reddito di Cittadinanza, da maggio il piano di investimenti da 400 milioni nei piccoli Comuni e da ottobre quello da 500 milioni (norma Fraccaro), che daranno ulteriore spinta ad appalti, lavori e cantieri. A beneficiarne saranno ovviamente imprese e cittadini in cerca di lavoro, come dimostrano i dati del primo trimestre su crescita ed occupazione.
Il Cambiamento è iniziato, interromperlo sarebbe un delitto.