Sono passati circa sei anni da quando, all’inizio dell’esperienza del MoVimento 5 Stelle in Parlamento, proposi una risoluzione, poi approvata all’unanimità, contro i guardrail killer. Ora che siamo al Governo quella risoluzione è diventata realtà. Sono fiero e orgoglioso che il decreto ministeriale approntato insieme al Ministro Danilo Toninelli, che obbliga l’installazione di DSM (Dispositivi Salva Motociclisti) su tutte le curve più pericolose delle nostre strade, sia ora realtà.
Il testo era pronto da Ottobre ma ha dovuto poi passare il vaglio dell’Europa e poi della Corte dei Conti. Ora ha avuto tutti gli ok che aspettavamo e dunque può entrare in vigore.
È una conquista di civiltà, per cui mi sono personalmente battuto, e che finalmente viene compiuta. Con una norma che punta a porre fine a una strage silenziosa: quella di tanti, troppi, motociclisti che muoiono sulle nostre strade per un guardrail che dovrebbe, invece proteggerli. Morti assurde. Come quella di Elena Aubry, la giovane motociclista rimasta uccisa proprio un anno fa, il 6 maggio 2018, in un incidente sulla via Ostiense, a Roma. Toninelli ed io avevamo promesso da tempo alla coraggiosa madre di Elena, Graziella Viviano, che l’avremmo supportata nella sua battaglia con le prerogative e gli strumenti che il nostro ministero può mettere in campo. È con orgoglio e commozione che oggi manteniamo finalmente quella promessa.
Il decreto salva-motociclisti obbliga infatti i gestori delle nostre strade ad installare alla base dei guardrail i DSM (Dispositivi Salva Motociclisti) nei tratti più pericolosi e con un’alta incidentalità accertata. Si tratta, in poche parole, di sistemi che puntano a mitigare gli effetti dell’urto di un motociclista che, dopo essere caduto, scivola verso la barriera stradale discontinua.
Di preciso, la norma che abbiamo approntato prevede l’installazione di questi dispositivi su tutte le curve circolari caratterizzate da un raggio minore di 250 metri nei casi di interventi di nuova costruzione, di adeguamento di tratti stradali esistenti che comportano varianti di tracciato e/o rinnovo delle barriere di sicurezza stradali su tratti significativi. Sarà obbligatoria l’installazione dei dispositivi salva motociclisti anche su quelle strade già esistenti in cui siano avvenuti negli ultimi tre anni almeno cinque incidenti con morti e/o feriti, con il coinvolgimento di moto o scooter.
Con questo decreto l’Italia, che in Europa ha il primato per tasso di motorizzazione di veicoli a due ruote, diventa finalmente un Paese all’avanguardia in tema di sicurezza stradale, uno dei pochissimi ad adottare specifiche barriere protettive per l’incolumità di scooteristi e motociclisti. Proteggere chi si sposta su due ruote è una battaglia storica del MoVimento 5 Stelle, e con noi al Governo le battaglie di civiltà si vincono.