Per la sanità oggi è un giorno molto importante. Il decreto Calabria è finalmente legge dello Stato e con un solo provvedimento interveniamo su tantissime cose per questa regione, ma non solo.
La Calabria è stata messa in ginocchio da anni e anni di politiche scellerate, con un disavanzo di quasi 170 milioni di euro e un’erogazione dei Livelli essenziali di assistenza, in due parole i servizi che il Sistema Sanitario Nazionale eroga per i cittadini, fermi a 136 punti, quando la soglia minima è 160, finalmente guardiamo ai calabresi. Vogliamo che nessuno sia più costretto ad andare in un’altra Regione per curarsi, come è avvenuto fino ad oggi. Un paio di esempi per rendere l’idea: il 45% delle pazienti con un carcinoma mammario vanno a curarsi altrove così come il 70% dei malati di neoplasie tiroidee. Sono numeri, ma i numeri raccontano il dramma di chi, già vivendo una malattia, deve anche fare armi e bagagli per andare da qualche parte dove far affidamento su servizi sanitari degni di questo nome.
La Calabria subisce piani di rientro dal 2009, è commissariata dal 2010 ma non è servito a niente. Finalmente lo Stato è arrivato in Calabria, finalmente lo Stato ha deciso di porre rimedio a questo scempio. La cosa più grave è che di fronte a questo il governatore Oliverio fino all’ultimo si è opposto, fino all’ultimo ha voluto nominare i direttori generali senza coordinarsi con il commissario ad acta mandato dal governo: Saverio Cotticcelli.
Cotticelli ha parlato subito di una “situazione drammatica” frutto di “anni di malagestione e di infiltrazioni mafiose che hanno portato, da ultimo, allo scioglimento dell’Asp di Reggio Calabria. I Lea non vengono rispettati, la situazione finanziaria è drammatica e l’erogazione dei servizi pessima”.
Il commissario Cotticelli, dunque non la Regione perché, come abbiamo sempre detto, il controllore non può essere anche il controllato, procederà a una verifica straordinaria sui direttori generali degli enti del servizio sanitario regionale e se questa verifica dovesse avere un esito negativo il Commissario potrà decidere la decadenza dall’incarico. Chi sbaglia pagherà e se ne assumerà le responsabilità.
Basta servizi scadenti, basta corruzione, basta politiche che hanno assecondato clientele, basta dirigenti generali confermati e premiati mentre leggiamo di gessi fatti con il cartone, di morti in pronto soccorso, di strutture fatiscenti. Prevediamo fondi per il miglioramento delle infrastrutture e dell’edilizia ospedaliera, sanciamo che solo una figura terza potrà correggere le storture nella speranza che i calabresi possano finalmente avere una sanità in cui avere fiducia e di cui andare fieri.
Ma non ci siamo fermati qui: una norma ponte al ddl della nostra Maria Domenica Castellone ci fa fare un primo passo per togliere le mani dei partiti dalla sanità nelle Regioni commissariate: i vertici sanitari di Lazio, Molise, Campania e Calabria potranno essere nominati esclusivamente sulla base di una graduatoria di merito e per le loro competenze.
Un altro aspetto fondamentale riguarda la carenza dei medici specialisti, causati da un’errata programmazione fatta da chi ci ha preceduto: abbiamo sbloccato il turnover, anche per le Regioni in piano di rientro, e modificato il tetto di spesa per il personale in tutta Italia. Prevediamo un incremento per le assunzioni stabilizzando tutto il personale precario in servizio esternalizzato.
Infine, dopo aver aumentato le borse di specializzazione passate da 6.200 a 8.000, prevediamo che gli specializzandi dell’ultimo anno, medici già abilitati che saranno comunque adeguatamente seguiti dai loro tutor universitari, possano essere assunti. Facciamo tutto questo guardando a seria revisione complessiva della formazione post laurea basata su una reale programmazione dei fabbisogni. Cosa che nessuno ha mai fatto.
Per la sanità oggi è un giorno importante. E’ un giorno importante per i calabresi, per gli operatori sanitari e per tutti i cittadini che si meritano sempre e comunque di poter entrare in un ospedale certi che saranno curati nel migliore dei modi.