“Arrestato il presidente del Consiglio comunale di Piacenza, esponente di Fratelli d’Italia e ritenuto appartenente alla famiglia crotonese dei Grande Aracri”.
Sì, avete letto bene: le accuse non sono di contatti con la criminalità organizzata dall’esterno, ma di APPARTENENZA alla famiglia della ‘Ndrangheta. Assurdo ma vero!
Quante volte i cittadini dovranno aprire il giornale e scoprire che ad amministrarli non ci sarebbero servitori dello Stato, ma soggetti legati alla criminalità organizzata?
Non smetteremo mai di ripetere che quando vicino (o peggio ancora, dentro) le Istituzioni c’è puzza di mafie occorre subito intervenire. E sembrerebbe proprio il caso di Giuseppe Caruso, il cui nome in queste ore viene scritto al fianco di quello dei boss Salvatore Grande Aracri, Francesco Grande Aracri e Paolo Grande Aracri.
E Giorgia Meloni in tutto questo che dice? Prenderà subito provvedimenti o rimarrà inerte dinanzi a questo ennesimo scandalo?
Chissà se adesso ammetterà che le dinamiche del suo partito non sono lontane da quelle della peggiore Forza Italia berlusconiana. Evidentemente non bastava la bufera giudiziaria in Lombardia: casi di finanziamento illecito che avrebbero riguardato anche Fratelli d’Italia, con uno degli intercettati che affermava di dover “dare 10mila euro al partito di La Russa”.
Rimane una sola certezza: il MoVimento 5 Stelle è l’unica forza politica che fa la radiografia ai propri candidati nel momento in cui li presenta ai cittadini. E se un esponente M5S viene coinvolto in una grave inchiesta, sapete cosa succede? Viene cacciato dopo 30 secondi dal MoVimento. Gli altri, invece, continuano a tenere dentro le loro liste chiunque possa garantire voti, fregandosene se si tratta di soggetti in odore di mafia che vogliono soltanto la poltrona.
Una sola parola: vergogna!