Tutti ricordiamo l’immagine di Susanna Camusso e Matteo Renzi che se la ridono beatamente mentre il Jobs Act colpiva i lavoratori, precarizzando in modo selvaggio il mondo del lavoro italiano. Una complicità che noi abbiamo denunciato e combattuto dall’opposizione e che abbiamo immediatamente superato con il Decreto Dignità appena gli italiani ci hanno dato la possibilità di governare il Paese. Grazie alla nostra riforma, nei primi tre mesi di quest’anno ci sono migliaia di persone in più con un contratto finalmente stabile, anche tra i giovani tra i 15 e i 34 anni, e meno che hanno un contratto a tempo determinato. Ciò significa avere un Paese di persone che si sentono più tranquille, e di famiglie che possono contare su una sicurezza in più. Questo è anche merito del fatto che i contratti sono stati trasformati in tempo indeterminato (+223 mila, +55%). Sindacati non pervenuti.
E’ stato lo stesso Mario Monti a dichiarare che la sua Manovra “lacrime e sangue” fu discussa con i leader delle federazioni sindacali, che poi si limitarono a solo due ore simboliche di sciopero. Giusto per dare un senso alla loro esistenza. Tanto è vero che accettarono senza alcuna reazione la legge Fornero, nonostante abbia tolto il diritto alla pensione a centinaia di migliaia di lavoratori. Noi abbiamo iniziato a smontarla con Quota 100, consentendo a 150mila persone di godere della meritata pensione, e ci siamo posti l’obiettivo di andare anche oltre con Quota 41. I sindacati ci hanno quasi dichiarato guerra. Siamo alla follia.
Due milioni e mezzo di persone, tra cui anziani e bambini, grazie al Reddito di cittadinanza hanno oggi la possibilità di avere un piatto in tavola, di curarsi, di comprarsi occhiali da vista e di poter riscaldarsi l’inverno. Abbiamo affrontato immediatamente questo dramma sociale perché era una priorità assoluta per il Paese. Dai sindacati solo critiche, ultima la colossale figuraccia di Landini. Il segretario della Cgil ha fatto riferimento ai dati della povertà che secondo lui sarebbero peggiorati dopo l’erogazione del reddito di cittadinanza. Ma i dati citati erano quelli del 2018, cioè antecedenti all’erogazione del reddito. Attacchi a casaccio, chiaramente strumentali, politici. Aspettiamo i dati del 2019 per smentire quello che Landini avrebbe voluto forse che si verificasse. Sempre per dare un senso all’esistenza del sindacato che oggi guida.
La Cgil ci accusa di essere assente nelle grandi vertenze. Ma proprio oggi i nostri Ministri sono a Taranto per il tavolo istituzionale permanente. Non era mai successo. Luigi Di Maio ha reintrodotto la Cassa integrazione per cessazione, eliminata da Renzi, che ha dato respiro a migliaia di famiglie finite sul lastrico, e sta lavorando giorno dopo giorno per risolvere le tante vertenze ereditate dagli anni passati. Sta facendo cioè quello che i sindacati hanno smesso di fare da molti anni!
La Cgil ci accusa di dividere l’Italia con l’Autonomia quando sanno benissimo che la nostra posizione dichiarata presuppone il rispetto della solidarietà nazionale sancita dalla Costituzione italiana. Ci dicono che siamo deboli contro gli evasori: ma è di dominio pubblico che abbiamo pronta una proposta di legge per mandare gli evasori in carcere. Ci scusino se, dopo la legge Anticorruzione che gli italiani aspettavano da 30 anni, non siamo riusciti a fare tutto in pochi mesi. Alimentano la fake news sul MoVimento 5 Stelle che blocca le opere pubbliche, poi chiedi loro di fare un nome di un’opera pubblica che abbiamo bloccato e non ti sanno rispondere. Con lo SbloccaCantieri, provvedimento a firma MoVimento 5 Stelle, facciamo ripartire 2000 cantieri in tutta Italia. Diamo lavoro agli operai. Fatti, non chiacchiere.
Ci attaccano sulla Flat Tax, ma abbiamo sempre detto che non sarà per i ricchi ma a favore delle famiglie impoverite, e sull’immigrazione, quando per la prima volta è stata impostata una politica migratoria da Paese serio, responsabilizzando l’Europa sulla ridistribuzione dei migranti.
L’atteggiamento ostile dei sindacati verso riforme che, finalmente, mettono al centro il lavoratore, lascia interdetti e preoccupa. Questi attacchi continui alla nostra proposta sul Salario Minimo Orario Legale, portati a braccetto con Confindustria, ispirano alcune domande: da che parte stanno i sindacati? E, soprattutto, dove sono stati finora? Quali interessi rappresentano? Perché continuano ad accettare salari da fame da 3-4 euro l’ora e non sostengono un salario legale di minimo 9 euro lordi l’ora? E se 9 euro l’ora sono troppi per un lavoratore, cosa pensano degli stipendi e delle pensioni d’oro di molti sindacalisti? I sindacati dovrebbero tornare a rappresentare seriamente i lavoratori e battersi per i loro diritti. Non pensare solo a chiedere i voti per i loro partiti di riferimento e a curare il loro portafoglio?
La verità è che se si continuano a fare guerre per difendere interessi personali, l’Italia non crescerà mai. Ed è responsabilità di tutti imparare ad andare oltre, per un bene collettivo.