Lo sbloccacantieri rilancia la crescita

In Parlamento stiamo per approvare un provvedimento molto importante, che finalmente consentirà alle troppe opere pubbliche bloccate di ripartire e di dare nuova linfa a un settore decisivo per l’economia.

Lo abbiamo chiamato Sblocca-cantieri, perché bastano pochi dati per capire quale situazione abbiamo ereditato. L’Ance, l’associazione dei costruttori edili, ha recentemente stimato in quasi 600 le opere bloccate, per un valore di 50 miliardi di euro. Nella Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza dell’anno scorso abbiamo ricordato che in Italia passano in media due anni per realizzare lavori di ammontare inferiore a 100.000 euro e fino a quindici anni per lavori di valore superiore a 100 milioni.

Ancora, nel bilancio pubblico, per effetto delle manovre di bilancio approvate da chi ci ha preceduto al Governo, risultano bloccate risorse per 150 miliardi di euro a valere sui prossimi 15 anni, che si fa fatica a mettere in circolo a causa di una miriade di pastoie burocratiche.

Ecco perché è urgente un decreto Sblocca-cantieri per cominciare a correggere e a fluidificare le parti più problematiche dell’attuale Codice degli appalti. In un secondo momento, con una legge, provvederemo a un ridisegno complessivo della materia, per renderla ancora più al passo con i tempi.

Qualcuno ci accusa di aprire le porte ad appalti aggiudicati con il massimo ribasso, mettendo così a rischio la corretta esecuzione delle opere. Niente di più falso: il massimo ribasso non sarà più applicato. Abbiamo invece previsto che gli appalti per lavori entro la soglia comunitaria, 5,2 milioni di euro, saranno aggiudicati con procedura aperta secondo il criterio del minor prezzo e automatica esclusione delle offerte anomale. Cosa significa? Semplice: le offerte anomale, quelle che veramente giocano al massimo ribasso, vengono automaticamente e categoricamente escluse. L’appalto, così, viene semplicemente assegnato all’offerta che più si avvicina alla media dei ribassi. Quindi prevale il minor prezzo che però, proprio in virtù dell’esclusione delle offerte anomale, diventa di fatto il miglior prezzo di aggiudicazione.  C’è una bella differenza rispetto al massimo ribasso, e chi non la coglie non sa di cosa parla o fa finta di non capire.

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Esempio

Massimo ribasso: è un criterio di aggiudicazione degli appalti che fa riferimento a principi di massimo contenimento delle spese. Vince chi offre di meno. Non sarà più preso in considerazione.

Minor prezzo con esclusione delle offerte anomale: è il nuovo criterio secondo il quale le offerte anomale, cioè i ribassi eccessivi, vengono immediatamente esclusi. Vince chi più si avvicina alla media dei ribassi, quindi chi da questo punto di vista offre il miglior prezzo.

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Alcuni dicono che questa, e le altre incisive modifiche che stiamo per introdurre nel Codice degli appalti, ci fanno correre troppi rischi di opacità e infiltrazioni varie. A parte che, come dimostrano i più recenti fatti di cronaca, gli stessi rischi non sono certo stati efficacemente contrastati dalle attuali norme. Noi siamo convinti che il vero brodo di coltura di opacità e infiltrazioni siano l’eccesso di burocrazia e la moltiplicazione dei passaggi amministrativi: è dietro la singola pastoia o complicazione che si annidano tutti i rischi e i tentativi di comportamenti illegali. La semplificazione, invece, è la strada maestra per garantire trasparenza e concorrenza, assicurando allo stesso tempo la veloce realizzazione delle opere. Senza contare che, grazie al MoVimento 5 Stelle, i contrappesi introdotti dalla legge Spazza-corrotti, che ha permesso all’Italia di scalare tutte le classifiche dei Paesi più virtuosi, rappresentano già adesso un presidio importantissimo contro le tentazioni di furbi e furbetti vari.