Di seguito l’intervista che ho rilasciato a Mario Giordano del quotidiano La Verità
Ministro Di Maio, cominciamo dalle toghe sporche?
Cominciamo
Che effetto le fa?
Sconcertante. Sto leggendo, come tutti, le intercettazioni telefoniche e vengono i brividi. Quando queste vicende toccano i politici, ci arrabbiamo ma ormai non ci meravigliamo più. Quando invece si vengono a sapere certe dinamiche interne al Csm, c’è da rabbrividire.
Non che nella vicenda i politici non abbiamo dato il loro contributo.
Infatti. Anche stavolta il peggio, a quanto si legge, lo ha dato il Pd. Se tutto sarà confermato siamo alla P2 del Pd.
La P2 del Pd?
Sì. Chi scende in politica deve sapere che i poteri dello Stato sono divisi. Sentire di intercettazioni in cui insieme ad alcuni esponenti della magistratura qualcuno sembra provare a scegliere il capo della procura che lo indaga su Consip è raccapricciante.
Anche perché quell’inchiesta Consip riguarda proprio il politico (Luca Lotti) che stava tramando…
Quello è il tema. A questo punto penso sia necessaria la riforma della giustizia.
Su quali punti?
Intanto bisogna partire dall’assunto che se un magistrato scende in politica poi non può più tornare indietro.
E poi?
Poi bisogna agire sui tempi della giustizia. L’obiettivo è dimezzarli. E su questo siamo pronti perché il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede ci sta lavorando.
Ma che si fa con il Csm? Lo si abolisce?
No, si modificano i meccanismi elettorali.
E come?
Ne discuteranno il presidente del Consiglio e il ministro. Quello che è importante è che bisogna dare un segnale forte. Per altro anche sul conflitto d’interesse.
Che c’entra il conflitto d’interesse?
Le pare? Quelli che per anni hanno criticato Berlusconi per il conflitto d’interesse, poi sono quelli che, avendo un conflitto d’interesse, sono finiti in un’inchiesta (Consip) e hanno provato a sabotarla. E’ venuto il momento di fare quella legge, che per altro è nel contratto di governo. Per noi è una priorità.
Nel contratto di governo c’erano anche i minibot. Anche quelli sono una priorità?
La priorità è pagare le aziende che hanno dei crediti con la pubblica amministrazione. Che lo strumento poi si chiami minibot o minimario o minicomevoletevoi, non importa. Il Mef non può dirci soltanto di no.
Minimario mi renderebbe orgoglioso. Ma qualcuno dice che sono la prova generale per uscire dall’euro.
Non c’entra nulla, è chiaro. Lo dicono per ideologia.
A proposito di Europa. La lettera di risposta del governo italiano alla Commissione si fa attendere. Sarà ben meditata. Ma lei non teme che il premier Conte e il ministro Tria siano troppo morbidi con Bruxelles?
La direzione di un governo dipende sempre dalla maggioranza parlamentare. Saranno le forze politiche a dare la linea sulla procedura d’infrazione.
E quale sarà la linea?
Nella risoluzione, che presenteremo in aula questa settimana, sicuramente chiederemo di evitare la procedura d’infrazione, ma senza tagli ai servizi, facendo valere le ragioni della seconda forza manifatturiera d’Europa. E senza seguire le ricette sbagliate dell’Europa.
Dunque è l’Europa che sbaglia?
Certo. La linea sbagliata è quella dell’Europa. Basta vedere quello che hanno fatto in Grecia. Anzi, io penso che quello dell’Europa nei nostri confronti sia un ricatto.
Un ricatto? Le stesse parole usate dal presidente della commissione Finanze al Senato, Alberto Bagnai.
Nessuna certezza. Ma non vorrei che questa procedura d’infrazione s’andasse a intersecare con altre vicende, come le nomine dei commissari europei.
Come?
Non vorrei che si volesse indebolire l’Italia. E’ italiano il presidente del Parlamento europeo in uscita, è italiano il governatore della Bce in uscita, e quindi, come Paese fondatore, avremmo le carte in regola per rivendicare un commissario pesante.
La procedura d’infrazione servirebbe dunque a renderci più malleabili nelle trattative?
Potrebbe essere un modo per dire: non chiedete troppo, sennò… Fra l’altro ricordiamo che la procedura riguarda un debito fatto dal governo guidato dal Pd.
Ma voi siete accusati di aver sbagliato le previsioni.
Anche la Germania prevedeva crescita all’1,9 per cento, ora l’ha ridotta allo 0,5 per cento…
A proposito di commissari europei. Che tipo di profilo si immagina?
Le competenze tecniche sono importanti ma non bastano. Anzi Bruxelles ha sofferto di tecnocentrismo. Per quello siamo arrivati alla Fornero, a Renzi che barattava la flessibilità con l’apertura dei porti…
Quindi ci vuole un commissario politico.
Ci vogliono cuore e testa. Competenze tecniche e passione politica. Bisogna mandare lassù qualcuno che non dimentichi le sofferenze degli italiani.
Qual è il commissario “pesante” che vorrebbe? Uno di quelli economici?
Quelli economici e finanziari sono importantissimi. Ma in alternativa c’è anche quello della concorrenza che potrebbe essere uno snodo cruciale per guardare tutti i dossier.
In questo momento pesa non avere un ministro per gli Affari europei?
Secondo me va nominato il prima possibile, la casella va riempita. Ma questo non influenza la trattativa.
Perché?
Perché la trattativa deve portarla avanti tutto il governo. Dobbiamo andare a quei tavoli consapevoli che l’Italia può chiedere molto di più.
Nei retroscena in questi giorni le è stata attribuita questa frase: “La Lega ha vinto le elezioni, la prossima manovra finanziaria tocca a lei”. L’ha detto davvero?
No, il governo è responsabile nel suo complesso. Faremo come sempre un lavoro di squadra. Però è vero che la Lega ha vinto le europee e sono certo si assumerà le sue responsabilità.
Responsabilità anche in uomini? In cariche? In ministeri?
No, non parlo di cariche. Se la Lega dovesse avere richieste siamo pronti ad ascoltarle. Ma finora non è avvenuto. Ci siamo impegnati sui temi.
A proposito di temi. La riduzione delle tasse per lei è la priorità assoluta?
Abbiamo tanti imprenditori che chiedono l’abbassamento del cuneo fiscale, tante famiglie che non ne possono più degli oneri fissi sulle bollette elettriche. E’ naturale che la riduzione delle tasse sia una priorità…
Ma tutte queste cose non c’entrano con la tassa piatta (cosiddetta flat tax)…
Ridurre le tasse per me significa mettere più soldi nelle tasche dei cittadini. Che poi tu gli abbassi una o l’altra tassa l’importante è che gli italiani abbiano più denaro a disposizione.
Tutto però non si può fare.
A me piacerebbe ridurre il cuneo fiscale per le imprese, perché quello libera lavoro. E presto presenteremo un provvedimento sull’energia per abbassare oneri fissi nelle bollette elettriche.
Non è che poi per trovare i soldi aumenterete l’Iva?
Assolutamente no. Non si abbassano le tasse aumentando altre tasse. E neppure facendo i condoni.
Lei sta accelerando sul salari minimo. Ma ci sono perplessità leghiste sia sulla cifra (9 euro) sia sulla platea di persone cui dovrà essere applicate. Come conta di fugarle?
Non mi interessano i personalismi. Siamo pronti al dialogo. L’importante è dara una risposta in tempi rapidi a quei lavoratori che sono finiti nelle grinfie di contratti da 2-3 euro l’ora.
Ocse frena. Dice che non è la soluzione.
Scusi, mi sa dire quanto prende all’ora un dipendente dell’Ocse?
Le giuro che vado a informarmi. Intanto arriva in commissione lavoro una proposta leghista che mira a ridurre gli effetti del decreto dignità. Meno difficoltà per i contratti a tempo determinato…
Ho buon rapporto con sottosegretario Claudio Durigon e non ho mai avuto richieste in questo senso. Fra l’altro mi risulta che la Lega sia molto contenta del decreto dignità, che sta funzionando benissimo.
Reddito di cittadinanza. La distribuzione dei soldi è partita. Tutto il resto è un po’ indietro.
Entro il 30 giugno firmiamo il decreto ministeriale che consente ai Comuni di utilizzare chi prende il reddito di cittadinanza per lavori di pubblica utilità.
Quindi dal 1 luglio i sindaci avranno manodopera a disposizione?
Avranno gli strumenti per diventare operativi in tempi rapidi.
E per trovare a chi prende il reddito di cittadinanza un posto di lavoro vero?
Questa settimana si fanno i concorsi per assumere i 3000 navigator. La settimana dopo sapremo chi ha vinto e entro fine mese saranno assunti.
Quindi anche loro operativi a luglio.
Luglio è il mese in cui andranno a regime le politiche attive del lavoro.
Meglio tardi che mai.
No, l’abbiamo fatto a tempi di record. Perché tutto ciò passa attraverso le Regioni che, come lei sa, sono tutte di colore diverso, e nessuna del Movimento.
I governatori si sono messi di traverso?
Qualcuno. Come Vincenzo De Luca in Campania. Però in generale abbiamo trovato un buon accordo.
Risultati elettorali. Anche gli ultimissimi (Sassari e Alghero) non sono esaltanti per il MoVimento 5 Stelle. Qualcuno dice che dopo questa tornata lei è troppo debole nei confronti di Matteo Salvini. Che risponde?
A me interessa che sia forte il governo. Io sono a posto con la mia coscienza, le cose le stiamo facendo, i risultati si vedono. E poi la riforma del Movimento ci aiuterà anche ad affrontare le elezioni amministrative che per noi sono un problema da sempre.
A proposito del movimento. E’ vero che ha definito Di Battista “il D’Alema dei Cinque Stelle”?
No, non l’ho mai detto. Ma se Alessandro torna a lavorare per il Movimento siamo tutti felici perché sono più utili le persone che lavorano che gli opinionisti. Di opinionisti ce ne sono fin troppi.
Quindi il libro di Di Battista, appena pubblicato, non lo leggerà?
Se me lo regala con la dedica, certo che lo leggerò. Ma devo dire una cosa.
Deve dire che il libro non è ancora arrivato?
Arriverà. Non è quello il problema. Nel merito, però, è ingiusto definire i nostri ministri come “burocrati”. Sono persone che, lavorando ogni giorno nei ministeri, hanno partorito per esempio leggi importanti, come la Spazzacorrotti, che è proprio quella che ha permesso di scoperchiare il caso del Csm.
Quindi Di Battista è stato ingeneroso.
Non do giudizi. Dico solo che i nostri ministri non meritano di essere definiti burocrati.
Ma lei è sempre disposto a scommettere che il governo vada avanti cinque anni?
Dico di sì. Sulla caduta di questo governo già troppe persone hanno scommesso. Perdendo, fra l’altro.