Nomine per merito nella magistratura: adesso cambiamo tutto

Di seguito la mia intervista a Repubblica

 

Un ciclone travolge la magistratura e il Csm. Lei Alfonso Bonafede finora ha taciuto. Perché?
“Come Guardasigilli non entrerò mai nel merito delle indagini e avrò sempre il massimo rispetto per l’autonomia e l’indipendenza della magistratura. Ma ora i cittadini devono sapere che sto monitorando con attenzione tutta la vicenda e che le istituzioni sapranno reagire perché mi sta a cuore soprattutto la credibilità, il funzionamento e l’immagine della giustizia”.

Avrebbe mai pensato che si potesse arrivare a tanto?
“No. Siamo ancora in attesa di capire meglio cos’è accaduto. Ma il quadro che emerge è di per sé inquietante”.

L’ex pm di Roma Cascini evoca il clima della P2. E l’ex pm di Mani pulite Davigo parla di “giorno cupo”. Lei come definisce questo scandalo?
“M’interessano le risposte con i fatti, perché i cittadini vogliono che la giustizia funzioni come si deve. Per questo non parteciperò a nessuna polemica politica. Ma invito tutte le istituzioni a essere compatte. La cosa peggiore che si può fare è favorire il caos”.

Questo Csm deve sciogliersi? Se lei oggi fosse ancora all’opposizione sono certa che lo chiederebbe.
“Se qualcuno ha violato le regole deve risponderne, ma non entrerò mai nelle decisioni che spettano all’organo di autogoverno della magistratura. Naturalmente non si può liquidare il caso come un incidente di percorso, ma vanno fatte riflessioni di sistema. Perché sono certo che questo vogliono non solo i cittadini, ma i magistrati stessi, cioè tutelare la credibilità della giustizia. L’errore più grave sarebbe quello di fare di tutta l’erba un fascio. Perché la stragrande maggioranza dei giudici lavora con professionalità, passione, e in alcune zone del nostro paese con grande coraggio. E dico ai più giovani, cresciuti nel mito di Falcone e Borsellino, che il loro ministro farà di tutto per tutelare la loro immagine”.

Prima di diventare Guardasigilli lei ha frequentato il mondo dei giudici. Ha avvertito il clima corrotto?
“Assolutamente no, e non condivido neppure il modo in cui lei me lo chiede”.

Al Csm si mormora che lei sarebbe stato tra gli sponsor di Viola per la procura di Roma. È vero?
“La sola idea che mi vedrebbe come sponsor è totalmente infondata perché mai, e dico mai, né come parlamentare di opposizione, né come ministro, mi sarei mai sognato di condizionare alcun tipo di nomina all’interno del Csm. Per me i tre nomi proposti dalla commissione, ma non solo quelli, sono di altissimo valore”.

Qualcuno l’ha mai avvicinata?
“Io non temo nessun avvicinamento. Ho spalancato le porte di via Arenula perché tutti sanno che non esprimo mai opinioni che possono condizionare decisioni altrui, se non nei limiti dei miei poteri. La mia sensibilità su questo è altissima. Ho incontrato al ministero Ermini e i vertici della Cassazione Mammone e Fuzio, e solo una volta in tutto l’anno ho visto i laici del Csm indicati da M5S perché addirittura uno di loro non lo conoscevo neppure”.

La sua legge spazzacorrotti ha ampliato l’uso dei Trojan. Insisterebbe ancora per quella norma?
“Assolutamente sì, perché il feedback che mi arriva dalle procure e dalle inchieste in Italia mi conferma che si tratta di uno strumento importante nella lotta alla corruzione”.

Lei ha mobilitato i suoi ispettori. Come si può reggere un Csm che dovrebbe garantire le azioni disciplinari se lui stesso è oggetto di un’indagine del ministero?
“Questo lo deve chiedere al Csm, io mi muovo nei limiti della Costituzione”.

La destra, ma non solo, rilancia il sistema del sorteggio per disarticolare le correnti. Ci sta pensando anche lei?
“Bisognerà incidere sul sistema elettorale, sulla necessità di garantire un riconoscimento più oggettivo della meritocrazia dei magistrati, con criteri che risultino del tutt oggettivi. Ma bisognerà anche fermare le porte girevoli, chi fa politica non può più tornare indietro”.

Si riferisce a Ferri?
“Non parlo di singoli casi anche perché la legge non potrebbe essere retroattiva”.

Ermini parla di un Csm che può perdere “irrimediabilmente” ogni sua credibilità. L’Anm chiede le dimissioni a raffica dei colleghi coinvolti. E lei?
“Il sistema attuale ha dimostrato di non stare più in piedi. Io intendo cambiarlo. Ovviamente mi confronterò con le altre istituzioni e all’interno della maggioranza, ma proporrò criteri obiettivi che premino il merito. Sarà un giro di vite, quel cambiamento che si aspetta da decenni e che finalmente impedirà le degenerazioni del correntismo”.

Vieterà le correnti?
“Il diritto dei magistrati di associarsi non può essere messo in discussione, rappresenta una crescita culturale. Ma sulle degenerazioni tutti hanno sempre detto che era necessario intervenire, ma nessuno lo ha fatto”.