L’operazione ‘Grimilde’, scattata questa mattina in Emilia, mette in luce i rapporti tra ‘Ndrangheta e politica. A Piacenza è stato arrestato il presidente del Consiglio comunale Giuseppe Caruso, esponente di Fratelli d’Italia e politicamente legato al parlamentare Tommaso Foti (non coinvolto nell’inchiesta). Secondo gli inquirenti, apparterrebbe al gruppo criminale e avrebbe favorito una truffa, in qualità di dirigente delle Dogane, per ottenere fondi dall’Unione Europea sul fronte dei finanziamenti europei per l’agricoltura. Una vicenda che come parlamentari europei dovremo approfondire: ricordo che sempre più spesso le mafie cercano di mettere le mani sui fondi comunitari.
Alla luce di quanto sta emergendo, visto il ruolo istituzionale importantissimo ricoperto da Caruso, bene hanno fatto i parlamentari del Movimento 5 Stelle in Commissione antimafia a chiedere la Commissione d’accesso prefettizia al Comune di Piacenza. E’ il primo passo necessario per valutare l’eventuale scioglimento dell’amministrazione. Intanto ci attendiamo che Giorgia Meloni espella immediatamente Caruso da Fratelli d’Italia. Come ricordava Paolo Borsellino, prima della magistratura, quando ci sono casi così gravi, deve arrivare la politica.
Sempre oggi a Brescello (Reggio Emilia), il paese di Peppone e don Camillo, primo Comune emiliano-romagnolo sciolto per rischio di condizionamento mafioso, sono stati arrestati Francesco Grande Aracri e il figlio Salvatore. Il primo, fratello del boss di Cutro (Crotone) Nicolino Grande Aracri, era già stato condannato a 3 anni e 6 mesi per associazione mafiosa.
Nonostante ciò, l’allora sindaco Marcello Coffrini (Pd) lo aveva definito “uno composto, educato, che ha sempre vissuto a basso livello”. Salvatore Grande Aracri nell’ottobre del 2014 aveva partecipato alla manifestazione in piazza a Brescello per sostenere lo stesso Coffrini, dopo le sue ‘uscite’ sul boss. Ma del resto l’allora sindaco – non indagato – aveva riferito che Brescello non è un paese con problemi di criminalità organizzata e che la “storia della ‘Ndrangheta” è un “leitmotiv” .
Chissà se il parere di Coffrini è cambiato alla luce di questa operazione. Ma soprattutto, chissà cosa pensa l’attuale amministrazione, dal momento che è sempre stata vicina ai Coffrini.
Del resto lo stesso padre di Marcello Coffrini, l’avvocato Ermes Coffrini, anche lui in precedenza sindaco della cittadina della bassa reggiana fino al 2004, fu il legale della famiglia Grande Aracri dal 2002 al 2006 per una causa al Tar di Catanzaro . Nel 2003 i suoi assistiti Francesco e Antonio Grande Aracri furono arrestati nell’inchiesta per mafia Edilpiovra.