Già nei giorni scorsi, l’ex presidente dell’Inps si era reso protagonista di una clamorosa gaffe. Infatti in un’intervista radiofonica, commentando i ddl depositati in Parlamento, in primis quello del MoVimento 5 Stelle a firma Nunzia Catalfo, Boeri se n’era uscito dicendo che “tutte le proposte dicono che il salario minimo si applica soltanto a quei lavoratori che non sono coperti dalla contrattazione collettiva”. Falso! Nel ddl Catalfo c’è scritto l’esatto contrario, infatti questo sancisce la “garanzia dell’applicazione del contratto collettivo stipulato dalle organizzazioni datoriali e sindacali comparativamente più rappresentative, quale parametro esterno di commisurazione del trattamento economico complessivo che costituisce retribuzione proporzionata e sufficiente ai sensi dell’articolo 36 della Costituzione, nel caso di esistenza di una pluralità di contratti collettivi applicabili”.
Quello che l’ex presidente dell’Inps ha invece commentato in radio è – pensate – il ddl del PD. Proprio così! Ma vi rendete conto a che punto sono arrivati pur di denigrare il M5s?
Non contento, oggi il “nostro” ha scritto di salario minimo orario sulle colonne di Repubblica. E che ha detto? Che nonostante se ne faccia un gran parlare, nessuno lo vuole veramente. Compresi i 5Stelle, che, per Boeri, “pur avendo chiesto e ottenuto di inserire il salario minimo come primo punto della parte lavoro del programma di governo e averne fatto una propria bandiera, hanno presentato un disegno di legge in Parlamento che non ha nulla a che vedere con il salario minimo” perché “vuole estendere per legge la copertura dei contratti collettivi nazionali, con le loro rigide griglie salariali differenziate per settore e qualifica. Queste tutelano i lavoratori maggiormente rappresentati e si dimenticano di chi è sfruttato nelle campagne e nelle piccole imprese”.
Falso, anche in questo caso! Infatti, quella di Boeri è una lettura completamente strumentale e superficiale del nostro ddl.
Allora lo ribadiamo, sia per lui sia per tutti quelli che ancora fanno finta di non capire la ratio della nostra proposta: vogliamo garantire a ogni lavoratore subordinato e a ogni collaboratore eterorganizzato non solo il livello salariale sancito dal CCNL affine, permettendo a chi oggi è fuori dalla contrattazione per elusione contrattuale – o perché il suo datore di lavoro non gli applica nessun CCNL o perché gliene applica uno “pirata” – di ottenere una retribuzione parametrata al contratto collettivo leader, ma oltre a questo intendiamo fissare un minimo tabellare (9 euro lordi all’ora) sotto il quale nessun contratto dovrà più scendere. Esattamente l’opposto di quello che dice l’ex presidente dell’Inps, infatti in questo modo estendiamo l’applicazione dei trattamenti economici previsti dal contratto collettivo leader a tutti i lavoratori, in primis quelli che oggi, loro malgrado, sono costretti a subire abusi e ricevere paghe sotto la soglia di dignità. È così difficile da capire?
Basta scuse: dopo che per anni la vecchia politica ha messo all’angolo la dignità e i diritti dei lavoratori, con il M5s al Governo non c’è più tempo da perdere. Salario minimo subito!