Oggi a Torino abbiamo riunito gli ‘Stati generali dell’aria pulita’, una due giorni senza precedenti: in modo strutturato rispetto al passato, in modo risolutivo e inclusivo, per affrontare quella che è una vera e propria emergenza. Ogni giorno muoiono prematuramente 219 persone a causa dello smog, come dice l’Oms: circa 80 mila morti all’anno. Numeri che dobbiamo azzerare.
Ecco perché oggi abbiamo firmato un Protocollo che è un Piano d’azione operativo, assumendoci la responsabilità politica pubblica, amministrativa e gestionale di fare da battistrada anche per gli altri Paesi europei in procedura d’infrazione.
Il protocollo ‘Aria Pulita’, sottoscritto da Presidenza del Consiglio, sei Ministeri, regioni e province autonome che hanno condiviso l’urgenza di agire subito, contiene misure che riguardano i tre settori maggiormente responsabili dell’inquinamento. Presso la Presidenza del Consiglio dei ministri viene istituita l’Unità di coordinamento del Piano d’azione per il miglioramento della qualità dell’aria, che avrà il compito di individuare entro sei mesi altre misure eventualmente adottabili a livello nazionale e a livello locale in materia di contrasto all’inquinamento atmosferico e per il miglioramento della qualità dell’aria.
Il Piano d’azione ha una durata di 24 mesi, con uno stanziamento di 400 milioni annui e azioni specifiche in 5 ambiti d’intervento:
– Misure trasversali, che vanno dalla razionalizzazione dei sussidi ambientalmente dannosi al già citato fondo annuale per il finanziamento del Programma nazionale di controllo dell’inquinamento atmosferico;
– Agricoltura, con interventi per l’abbattimento delle emissioni di ammoniaca e limitazioni all’abbruciamento dei residui vegetali;
– Mobilità, con l’introduzione di criteri ambientali nella circolazione in ambito extraurbano, limitatamente ai tratti autostradali adiacenti ai centri urbani, con particolare riferimento alla riduzione dei limiti di velocità.
– Riscaldamento civile, con misure di riduzione delle emissioni inquinanti derivanti dalle stufe a biomassa e dagli impianti termici alimentati a biomassa
– Uscita dal carbone, prevista per l’Italia nel 2025, con un’accelerazione per le centrali termoelettriche che ricadono nelle aree oggetto delle procedure di infrazione, attraverso la loro chiusura o la loro trasformazione.
Questi gli impegni che abbiamo assunto oggi, nella consapevolezza che occorra uno sforzo corale per intervenire subito su quella che è ormai un’emergenza nazionale e globale. Uniti possiamo farcela!