Presso la sede della CGIL nazionale è stata appena presentata una proposta di legge su quella che qualcuno chiama “Gestazione per altri solidale”. Tradotto: “Utero in Affitto”.
Rimango sconvolta dal fatto che un sindacato, che dovrebbe occuparsi dei diritti dei lavoratori, si metta invece a parlare di un tema così delicato e che riguarda il corpo e la dignità della donna e di un bambino. La pratica dell’utero in affitto è semplicemente aberrante, disumanizzante e contraria alla dignità e ai diritti delle donne e dei neonati.
Il MoVimento 5 Stelle ha condannato la pratica della surrogazione, che compromette la dignità umana della donna dal momento che il suo corpo e le sue funzioni riproduttive sono usati e venduti come una merce e dal momento che anche il feto ha dei diritti. Abbiamo infatti richiesto in Parlamento che i Paesi nei quali l’utero in affitto è autorizzato firmino e ratifichino quanto prima la Convenzione di Istanbul.
Stessa cosa è stata fatta dal Parlamento Europeo quando, il 17 dicembre 2015, ha discusso e approvato una risoluzione in cui si condanna l’utero in affitto, ritenendo che questa pratica – che prevede lo sfruttamento riproduttivo e l’uso del corpo umano per un guadagno economico o di altro genere, in particolare nel caso delle donne vulnerabili nei Paesi in via di sviluppo- debba essere proibita e trattata come questione urgente negli strumenti per i diritti umani.
Poco conta che chi propone la legge, cioè i radicali, parlino di maternità surrogata “solo per fini solidaristici”. Questi “fini solidaristici” forse ci saranno quando una donna europea ricca e benestante offrirà il suo utero per aiutarne un’altra dei Paesi in via di sviluppo di cui sopra. Sappiamo tutti che non è così, non prendiamoci in giro.
E contano ancora meno le dichiarazioni a cose fatte di Landini che prende le distanze. La CGIL nazionale ha offerto la propria sede per presentare la legge, l’Ufficio Nuovi Diritti della Cgil ha aperto un confronto con tutte le realta’ coinvolte, il convegno c’è stato. Di cosa sta parlando?
Ribadisco, i sindacati pensino ai lavoratori, ai precari, ai divari retributivi tra uomini e donne. Insomma facciano il loro lavoro.