Leggiamo che il senatore Zanda ha chiesto un risarcimento danni al vicepremier Di Maio perché avrebbe deformato il senso della sua proposta sugli stipendi dei parlamentari. Non si comprende perché Zanda non porti in giudizio anche tutti i quotidiani che hanno dato la notizia, tutti gli italiani che lo hanno affermato e tutti i politici dello stesso PD che hanno preso le distanze pubblicamente da Zanda e da quella proposta. E se il senatore PD era tanto convinto delle proprie ragioni come mai ha deciso di ritirare la legge? Se qualcuno crede nelle ragioni dell’iniziativa legislativa che porta avanti perché decide di tornare sui suoi passi? Ricordiamo a Zanda che la legge si chiama “Nuove norme in materia di adeguamento del trattamento economico dei membri del Parlamento a quello dei parlamentari europei”.
Ricordiamo a Zanda che la legge si chiama “Nuove norme in materia di adeguamento del trattamento economico dei membri del Parlamento a quello dei parlamentari europei”. Nello Statuto dei Deputati al Parlamento europeo è stabilito un compenso mensile è di 8.757 euro lordi (6.800 netti), a cui aggiungere una diaria di 320 euro al giorno per presenza (da dimostrare con firma nelle sedi di Bruxelles a Strasburgo), e 4.500 euro per le spese generali che, se non spesi, vanno restituiti. I parlamentari hanno anche diritto al rimborso delle spese mediche e delle indennità di viaggio. Possono scegliere anche dei collaboratori e per fare questo hanno a disposizione 24.526 euro lordi al mese.
La proposta di Zanda va addirittura oltre a quanto stabilito dal Parlamento europeo: prevede già una diaria determinata su 15 giorni mensili (e quindi 4800 euro al mese) e senza effettiva verifica delle presenze, e assegna le spese generali (4.500 euro) direttamente ai deputati, senza stabilire restituzioni per quanto non speso. In questo modo, quindi, con l’adeguamento al trattamento dei parlamentari europei, secondo l’interpretazione di Zanda, deputati e senatori possono arrivare a guadagnare molto di più di quanto percepiscono oggi, considerando anche che contrariamente a quanto fanno gli eletti del MoVimento 5 Stelle, non si tagliano lo stipendio, calcolando indennità, diaria e rimborso per le spese di mandato.
Senza dimenticare che nella proposta di Zanda c’è anche la reintroduzione dei vitalizi che noi abbiamo abolito! I danni dovrebbero chiederli gli italiani a Zanda se non ritira anche l’altra sua proposta di legge, quella che vuole prelevare dalle tasche dei cittadini 90 milioni di euro per reintrodurre il finanziamento pubblico ai partiti. Infine, il senatore PD, durante un convegno alla Sapienza, ha “minacciato” di ripresentare la proposta che lui stesso aveva ritirato: ci vuole coraggio ma con questo PD tutto è possibile!