da Dagospia
C’è almeno un punto di contatto tra la storia di F., bambina strappata all’affetto della mamma dagli assistenti sociali nel 2006, e l’inchiesta “Angeli e demoni”. A controfirmare la relazione con cui i servizi sociali hanno negato il ricongiungimento della piccola con la madre è infatti una delle figure chiave dell’indagine sugli affidi in Val d’Enza, Reggio Emilia.
Per comprendere questa storia bisogna procedere con ordine e risalire nel tempo fino ai giorni del caso “Veleno”, alla fine degli anni 90. Ieri come oggi, nella bassa modenese come in provincia di Reggio Emilia, sarebbe andato in scena una sorta di business sulla pelle dei bambini, sottratti alle proprie famiglie di origine con accuse di abusi mai dimostrati. Nel caso di F, a rendere ancora più inquietante la ricostruzione fatta dai media, ci sarebbe un particolare importante: a prendere in affido la bimba è stata la stessa persona che aveva “scoperto” il caso “Veleno”. Tutto inizia quando la mamma di F, si presenta al pronto soccorso di Guastalla insieme alle sue due figlie minori. Le tre vengono visitate e i medici riscontrano sulle piccole delle ecchimosi compatibili con i maltrattamenti subiti dal papà, escludendo però che siano state violentate. Le minori, di 5 e 8 anni vengono prese in carico dai servizi sociali, e la più piccola – F. – finisce in una struttura con la quale collabora la psicologa che poi la prenderà in affido.
Di lì a poco, la mamma delle bambine si allontana dal marito violento e comincia a incontrare le figlie con l’assistenza dei servizi sociali. La signora, motivata a riavere con sé le sue bimbe, fa quello che le viene chiesto dagli operatori, e considerato il fatto che ha un impiego stabile e ben retribuito, una casa pulita e accogliente aspetta di poter tornare alla normalità. E’ a questo puto che l’incubo comincia a prendere forma: gli assistenti sociali affermano che F. non vuole più rivedere la madre, aggiungendo che la donna è troppo “invadente” e poco attenta alle richieste delle piccole. Nel 2009, a distanza di anni, la situazione prende una piega ancora peggiore: la mamma viene accusata di aver abusato delle figlie e di averle fatte prostituire. Circostanze, queste ultime, che appaiono poco conciliabili con i controlli medici effettuati dai medici nel 2006. Stando a quanto riportato dalla stampa, gli assistenti sociali – e tra questi la stessa donna che avrebbe poi preso con sé F. – avrebbero riferito ai magistrati di aver raccolto dalle minori confidenza riguardo agli abusi subiti dalla mamma. Su questi fatti si apre un processo, che alla fine vedrà condannata la madre delle ragazzine.
Al di là degli esiti giudiziari della vicenda, a colpire è soprattutto il fatto che F. sia stata adottata proprio dalla stessa persona che ha contribuito alle accuse nei confronti della madre naturale. Per altro una donna single. E’ evidente che in Emilia Romagna, ormai da molto tempo, c’è qualcosa di poco chiaro nel sistema degli affidi. Lo Stato deve proteggere i più piccoli, ed è per questo che stiamo mettendo in campo tutte le nostre energie per impedire che in futuro possano verificarsi orrori come quelli svelati dall’indagine “Angeli e Demoni” e, prima ancora, dal caso “Veleno”. Per questo, iniziamo subito con la richiesta di una Commissione di inchiesta per fare luce su questi casi e su eventuali casi in tutta Italia, ma non ci fermeremo qui finché giustizia non sarà fatta.