Su tutto questo dibattito intorno all’Autonomia c’è una verità. Anzi ce ne sono due. La prima è che il Governo sta lavorando per una proposta di buon senso, che raccolga le legittime istanze di Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna. L’Autonomia è nel contratto e si farà.
La seconda verità è che qualcuno sta usando questo dibattito per spaccare il Paese. E come spesso accade spuntano fuori fanatici di ogni genere. L’ultimo della serie è Vittorio Feltri, che in un suo editoriale ha scritto, testualmente: “Rassegniamoci, siamo la mammella di tutto il Sud”. Eccolo il pensiero, nemmeno tanto latente, di molti. Ecco chi vuole davvero spaccare il Paese, chi nell’Autonomia vede una rivincita del Nord contro il Sud. E dunque chi il Paese, in realtà, lo ha sempre visto spaccato. Feltri è andato a ripescare invettive anti-meridionali vecchie di trent’anni. Certo, il suo scritto è fatto per sostenere le rivendicazioni dei governatori lombardo-veneti, ma il giornalista non sembra proprio rendersi conto di aderire a un’ideologia che è stata superata dalla Storia: siamo nel 2019, è cambiato il pianeta, l’Ue traballa, Trump crea un mondo multipolare e i cittadini italiani alle urne hanno dimostrato di sostenere chi propone il ritorno alla forza dello Stato nazionale e della cosa pubblica, la vera nuova idea di questo decennio. In una parola: sovranismo.
Sovranismo vero, non a parole. Che si traduce in autodeterminazione dei popoli, in libertà di scegliere il proprio futuro. E per scegliere bisogna essere compatti, uniti. Ma c’è chi questa unità non la vuole. Al contrario, come nel caso di Feltri e molti altri, c’è chi alimenta divisioni inutili. Se qualcuno con la testa nel passato pensa ancora che l’Autonomia su cui stiamo lavorando significhi la secessione o due Italie diverse, sbaglia. Questo non lo permetteremo e il Governo, per primo, non lo permetterà. Anche perché l’atteggiamento di certi fanatici come Feltri non è diverso da quello dell’Europa nei confronti dell’Italia. Anche noi siamo visti come Sud Europa e siamo dimenticati da tutti, sul fronte migratorio e non solo.
Per combattere questa ingiustizia lo Stato deve essere unito, contro la globalizzazione finanziaria e la mercificazione dei cittadini, ma anche contro quella frammentazione regionalistica che alla globalizzazione fa tanto comodo.
Invece Feltri preferisce rivangare slogan della sua gioventù. Ma può dormire sonni tranquilli: l’autonomia si farà. È stata votata in un referendum ed è anche scritta nel contratto, ma si farà con lo spirito del 2019 e non con quello del 1993. Ma soprattutto, non con gli stessi toni di disprezzo e immotivata superiorità che oggi i burocrati europei riservano proprio all’Italia.
A dimostrazione che nessuno è geneticamente superiore a nessuno, anche se dirlo porta quattro voti a qualcuno.