Un dato molto importante: a maggio 2019 si conferma il trend positivo dell’indice di produzione delle costruzioni, con un aumento del 2% rispetto allo stesso mese dell’anno scorso. È un’ottima notizia ma siamo consapevoli che serve ancora un grande lavoro per potenziare e riattivare il settore dell’edilizia, quello che ha maggiormente pagato gli effetti della crisi economica. Negli ultimi 10 anni c’è stata infatti una vera e propria emorragia di imprese, con un calo dell’occupazione dal 2008 al 2017 pari addirittura a 539 mila persone. Nello stesso periodo si è registrata la flessione degli investimenti a livello nazionale, poco più di 71 miliardi di euro, di cui oltre 65 miliardi proprio nel comparto delle costruzioni.
È necessario rimettere queste imprese al lavoro per costruire, riqualificare, rigenerare e valorizzare le nostre case, i nostri capannoni e il nostro immenso patrimonio immobiliare e artistico. Far ripartire questo settore è essenziale per spingere la crescita. Per noi il futuro non può essere nuovo cemento ma la riqualificazione e la ristrutturazione, e laddove necessario anche la ricostruzione con criteri sismici e energetici all’avanguardia.
Il trend di inizio 2019 è di fatto senza precedenti rispetto agli ultimi 5 anni. Noi ci abbiamo messo del nostro: da una parte, con lo sblocco degli avanzi di amministrazione per 1 miliardo; dall’altra, assegnando direttamente ai comuni 900 milioni di euro freschi, di cui 400 già a regime e ulteriori 500 a partire da ottobre con la norma che porta il mio nome, per opere di riqualificazione energetica e messa in sicurezza.
Questi fondi devono essere spesi subito dai Comuni, pena la perdita delle risorse, e ciò ha innescato un meccanismo virtuoso che impedisce a questi soldi di non essere spesi a causa delle lungaggini burocratiche.
In più gli effetti dello Sblocca cantieri e del Decreto crescita devono ancora dispiegarsi. Andiamo avanti, fermi nelle nostre convinzioni, e sempre pronti ad ascoltare e aiutare le imprese del nostro Paese.