Di seguito l’intervento di Davide Casaleggio pubblicato sul Corriere della Sera
La moneta come la conosciamo è un’invenzione recente e si è evoluta con la tecnologia. Le criptovalute rappresentano l’ennesimo passaggio di questa evoluzione. Libra nel giro di pochi anni potrebbe essere la sola moneta in uso oppure forse da questa esperienza ne nascerà una criptovaluta di Stato. Come è stato per Napster che ha aperto la strada all’ascolto della musica digitale per poi lasciare il passo a concorrenti “più legali”, così potrebbe accadere per Libra, viste anche le recenti prese di posizione del G7 nei giorni scorsi.
L’unica cosa certa è che non useremo più i contanti per pagare il caffè. Questo nella storia è già accaduto, la tecnologia ha sempre influito sull’evoluzione della moneta.
Sull’isola di Yap, in Micronesia, per circa mille anni come moneta vennero utilizzate le pietre RAI, 4 metri di diametro l’una, scavate sull’isola accanto e trasportate con fatica in canoa. Nel 1871 un capitano irlandese americano fece naufragio sull’isola e vista l’importanza di queste pietre per la popolazione, cominciò a estrarle con l’esplosivo e a trasportarle con una nave. Si arricchì molto, ma pose anche fine al valore delle pietre e alla loro funzione di valuta di scambio. Con l’invenzione del telegrafo nel 1837 e la diffusione del treno, le banche europee non avevano più la necessità di spostare fisicamente l’oro e cominciarono a diffondersi gli attestati di proprietà, cioè le banconote, che determinò la nascita del gold standard.
Con il gold standard sono arrivate molte delle cosiddette innovazioni da zero a uno: telefono, acqua calda, elettricità, automobili, aerei. Con la fine del gold standard e la conseguente svalutazione, sono arrivate le invenzioni da uno a molti, cioè i miglioramenti di invenzioni precedenti. La stabilità monetaria è fondamentale per l’avanzamento della società, secondo questa visione.
Oggi siamo davanti a un altro passaggio decisivo, rappresentato dalla blockchain e dalle criptovalute ma nessuno Stato o Banca Centrale ha avuto il coraggio di fare il passo per innovare la propria valuta. Il coraggio lo ha avuto Facebook.
Dal punto di vista di Facebook emettere una nuova moneta è una buona mossa. Tutta la sua crescita potenziale in termini di utenti è al di fuori del Nord America. Nel 2018 ha aggiunto tra i suoi iscritti due milioni di nuovi nord americani e 78 milioni di persone nel sud est asiatico. Tuttavia questi nuovi iscritti alla piattaforma creano una perdita. Il 98% dei ricavi di Facebook sono generati dalla pubblicità, ma questo modello sembra funzionare solo in Nord America e in Europa. Il ricavo medio da utente nel Nord America è di 27,99 dollari, quello da utente del sud est asiatico di 2,69 dollari. Il costo medio per il servizio a singolo utente è di 3,43 dollari. Se Facebook non trova un nuovo modello di business per l’espansione in Asia e Africa, rischia di non poter sostenere l’ulteriore crescita di utenti. Il business delle transazioni potrebbe essere la via d’uscita, come è già avvenuto per esempio con WeChat in Cina e Kakaotalk che è utilizzato dal 91% dei sud-coreani e ha lanciato nel 2017 Kakaobank, raggiungendo in 18 mesi 6.8m clienti pari a 25% della popolazione attiva coreana.
Le criptovalute esistono già, ma a tutte manca qualcosa. Bitcoin ha il vantaggio di avere una buona diffusione e di non avere bisogno di governance basandosi su regole immutabili autocontrollate, tuttavia la sua volatilità non permette di essere utilizzata come moneta di scambio, quantomeno oggi. Inoltre è poco sostenibile dal punto di vista ambientale e poco scalabile: per funzionare richiede una quantità di energia pari a quella dell’intera Svizzera. Esistono poi altre 2.500 criptovalute che però non hanno la diffusione necessaria per essere considerate valute di scambio. Infine esistono i cripto-dollari, Tether e Gemini, basati su riserve di dollari come collaterali. Gemini è stata ufficialmente autorizzata dal Dipartimento dei servizi finanziari dello Stato di New York a circolare sui mercati, al pari del dollaro americano. Molti pensano che possa essere una possibile strategia di riserva del Governo statunitense per entrare nel mercato quando deciderà di farlo.
A oggi, ci sono circa 36 milioni di borsellini di criptovaluta nel mondo. Con Libra fin dal giorno zero si darà la possibilità a 2 miliardi di persone di avere una nuova valuta digitale. Il tasso di adozione si può stimare in almeno 500 milioni di persone, prendendo a riferimento Kakaotalk. In realtà tramite la rete dei partner come Vodafone, Visa, Booking.com, Spotify, Payal e eBay l’impatto potrebbe essere molto maggiore, diventando di fatto il nuovo esperanto della moneta.
Ci sono però dei temi che dobbiamo tenere ben presente come comunità e come governi. Libra prevede infatti che tutte le transazioni all’interno del mondo Facebook (es. Whatsapp, Instagram, Messenger, …) saranno gestite da Facebook stessa senza utilizzo della blockchain. Il borsellino di Facebook si chiamerà Calibra e altri operatori e partner dell’iniziativa potranno crearne altri o utilizzare gli attuali (es. Paypal, Coinbase). Le transazioni al di fuori del mondo Facebook passeranno da una blockchain gestita dall’Associazione Libra basata in Svizzera, che oggi ha una trentina di partner che deterranno l’1% a testa con 10 milioni di dollari investiti ciascuno.
Le domande senza risposta sono molte: cosa succederà alle persone bannate da Facebook? Potranno ancora accedere al loro borsellino Calibra? E se avessero sottoscritto degli smart contract questi sarebbero ancora validi? Facebook e l’Associazione Libra potranno reimpiegare le riserve o le terranno immobilizzate? Le regole per l’utilizzo della moneta potranno essere cambiate da un gruppo di aziende private? Facebook potrà scontare servizi suoi o dei suoi partner se verrà utilizzata Libra a svantaggio di concorrenti che offrono servizi simili, ma senza il controllo della moneta? Oggi si dice che sarà una stable coin ovvero basata su un collaterale stabile, ma questo potrà cambiare in futuro? Per l’antiriciclaggio sarà probabilmente necessario attivare un sistema di verifica dell’identità concentrando nelle mani di una singola società privata la gestione di un nuovo passaporto digitale per miliardi di persone. È auspicabile? La blockchain avrà dati pseudominizzati, quindi le autorità potranno rintracciare eventuali utilizzi fraudolenti su richiesta. A quali autorità risponderà in caso di conflitto tra Stati diversi? Che ruolo avranno le banche private e centrali?
Se immaginiamo che entro 30 anni il contante sarà sostituito dalla blockchain, le uniche vie percorribili sono Libra (o un equivalente nato da Amazon, Google o Apple) o una delle valute fiat convertite in criptovaluta (es. cripto-euro, cripto-dollaro o il cripto-renminbi – la moneta cinese). Visti i piani ambiziosi di Facebook, ben venga Libra, ma Facebook dovrebbe consegnare alle Nazioni Unite un controllo significativo della propria valuta. Come minimo, almeno la metà dei voti nell’Associazione Libra dovrebbe andare all’ONU che aveva proposto una moneta globale già dieci anni fa, senza seguito. Oggi la tecnologia ne consente l’istituzione a basso costo e l’ONU stessa, che utilizza criptovalute nell’ambito dei lavori di alcune agenzie interne, ha rilevato che “le innovazioni nella finanza digitale hanno reso i servizi finanziari accessibili a milioni di persone nei Paesi in via di sviluppo”. Per le norme antiriciclaggio sarà probabilmente necessario attivare un sistema di verifica dell’identità, attraverso un nuovo passaporto digitale gestito dall’ONU (come avvenne nel 1980 quando fissò gli standard del passaporto tradizionale), che dovrà definire gli standard per il controllo dei dati e del denaro online da parte dei singoli.
Se l’Associazione Libra si prendesse cura di istituire e gestire il progetto sotto la sorveglianza delle Nazioni Unite, potremmo avere una soluzione sostenibile.
Un sistema di criptovaluta globale non dovrebbe essere nelle mani di una sola azienda. Dobbiamo occuparcene adesso, che non ci sono ancora impatti sulle persone. Una volta che Libra avrà raggiunto milioni di utenti e avrà creato nuove abitudini, sarà troppo tardi.