Colpevole o meno che sia, Claudio Foti, il “guru” indagato per gli affidi di Bibbiano non sembra avere una laurea in psicologia né tantomeno in psichiatria. Stando a quanto riportato dalla stampa, Foti si sarebbe laureato in Lettere all’Università di Torino nel 1978. Per quanto riguarda le materie psicologiche, conterebbe solo su un “tirocinio in qualità di psicologo” (quindi nessuna laurea) presso il “servizio di Neuropsichiatria infantile dell’Ospedale Maggiore della Carità di Novara”; ciononostante si sarebbe potuto iscrivere all’ordine degli psicologi – precisamente a quello del Piemonte – nel 1989, grazie a una sanatoria. Giudice onorario al Tribunale dei minori di Torino dall’82, avrebbe ricoperto l’incarico di docente all’Istituto di Psicoterapia psicoanalitica di Torino e avuto varie collaborazioni con enti pubblici. Avrebbe anche scritto saggi, svolto il ruolo di formatore e di insegnante di materie psicologiche in alcune università.
Foti, quindi, si definisce direttore scientifico del Centro Studi ‘Hansel e Gretel’ pur avendo soltanto una normalissima laurea in lettere. Un dettaglio non da poco che però, a quanto pare, non gli ha impedito nel tempo di essere accreditato in diversi enti pubblici, per ultimo il consorzio dei comuni della Val d’Enza.
Ma non solo. Sul ‘Quotidiano dell’infanzia inascoltata’, di cui – come si legge nella relativa pagina web, il direttore sarebbe Foti stesso – si presentano le ‘Tre giornate del convegno per il trentennale del Centro Studi Hansel e Gretel: lucidità di analisi, commozione, linea coerente dalla parte dei bambini e delle vittime contro l’adultocentrismo, contro la cultura patriarcale, contro il negazionismo della violenza che si consuma ai danni dei soggetti più deboli come i bambini e come le donne di fronte ad istituzioni e ad operatori che si voltano dall’altra parte o remano contro la protezione e la tutela’. Temi delicati, insomma, che al centro hanno proprio aspetti come gli abusi sui minori. Foti, in un’altra occasione, avrebbe partecipato anche al Convegno di studio ‘Sofferenza del bambino, ascolto empatico e intelligenza emotiva’. Sono solo alcuni esempi, che dimostrerebbero come, per Foti, fosse molto frequente trattare in prima persona argomenti che richiedono sicuramente competenze specifiche e precisi titoli di studio.
Un’anomalia che troverebbe spiegazione nella citata sanatoria degli anni ottanta, epoca in cui venne regolamentata la professione. Eppure, ammesso che Foti – rimesso recentemente in libertà per le accuse legate all’inchiesta “Angeli e demoni” – eserciti la professione di psicologo senza infrangere le leggi, è incomprensibile come persone sprovviste di un corso di studi adeguato possano collaborare con il settore pubblico, specie in un ambito tanto delicato come quello che riguarda i minori. Nessun genitore affiderebbe il proprio bambino a un terapeuta o ad uno psichiatra laureato in lettere, figuriamoci se può farlo lo Stato. Come se non bastasse, Foti è accusato di gravi reati ed è coinvolto in una indagine nella quale si ipotizza che i piccoli venissero sottratti alle proprie famiglie di origine per essere dati in affidamento per business. Su Bibbiano continuano a proiettarsi ombre sempre più inquietanti. Ed è per questo; per fare chiarezza e per ottenere giustizia, che abbiamo proposto l’istituzione di una Commissione di inchiesta parlamentare. Andremo fino in fondo, con la stessa coerenza e la stessa sensibilità che abbiamo dimostrato fino a oggi.