Quando penso al MoVimento 5 Stelle penso sempre ad una parola: resilienza, che è la nostra capacità, quando incontriamo difficoltà e avversità di trarne sempre un potenziamento.
È stato così negli ultimi dieci anni. Ogni volta che abbiamo incontrato un ostacolo ci siamo evoluti e siamo ripartiti ancor più forti di prima. Questo è successo quando siamo entrati in Parlamento nel 2013: 160 parlamentari, i primi anni è stata veramente difficile. E infatti poi le europee non andarono bene nel 2014, dopo qualche mese Beppe e Gianroberto decisero di creare il direttorio, di sottoporlo al voto degli iscritti e queste cinque persone (tra cui io) ci occupavamo di tanti problemi, sia interni al MoVimento che dei cittadini sul territorio.
La nostra grande sfida, in questi anni, è sempre stata quella di rendere più efficace l’azione del MoVimento sul territorio. Oggi che siamo al Governo, come prima che eravamo all’opposizione, oggi che governiamo 50 comuni come prima che ne governavamo soltanto 10, oggi che siamo in 19 consigli regionali su 20 abbiamo sempre e solo un obiettivo: quello di servire i cittadini e di risolvere con velocità i loro problemi.
Ci siamo organizzati in questi anni, abbiamo superato il direttorio, io sono stato eletto a Italia 5 Stelle come capo politico. Poi abbiamo eletto i probiviri, che adesso in questi giorni stanno accelerando le procedure che riguardano l’espulsione di alcune persone che non devono stare più nel MoVimento e che stanno facendo del male solo al MoVimento. Adesso però ci serve un’organizzazione del MoVimento molto più efficace. Ci serve un’organizzazione che ricopra tutto il territorio nazionale e che sia in grado di coinvolgere i gruppi locali con gli attivisti, iniziative che aiutino gli italiani, i nostri consiglieri comunali, i nostri consiglieri municipali, i nostri consiglieri regionali, i nostri europarlamentari, i nostri parlamentari, i nostri ministri, i nostri sottosegretari, i nostri sindaci.
Tutti insieme dobbiamo far parte di un progetto che deve essere molto più efficace per i cittadini italiani.
Che cosa sta succedendo da quando siamo al Governo? Che tanti problemi che partono da tutto il territorio arrivano tutti insieme a noi a Roma. Ma è una mole di informazioni, di questioni, che prima di tutto dobbiamo affrontare a livello territoriale, come MoVimento. E poi, dove se ne deve occupare il sindaco trasferirli al sindaco, dove se ne devono occupare in Regione trasferirli ai nostri consiglieri regionali, dove se ne devono occupare al Governo trasferirli ai nostri ministri, ai nostri parlamentari e ai nostri sottosegretari. Per fare questo abbiamo bisogno non di una struttura, non di quello che hanno i partiti. A noi non servono decisori solitari che decidano al posto di altri, a noi servono dei facilitatori.
Nei prossimi giorni, attraverso dei video tutorial, vi spiegherò un’idea di organizzazione del MoVimento che si basa su questa figura: il facilitatore. Sia a livello regionale, sia a livello nazionale.
E insieme decideremo, voto per voto (voterete per parti separate su Rousseau) se questa può essere la strada per riorganizzarci. Noi abbiamo bisogno di un’organizzazione nazionale per temi e per questioni organizzative e quindi di almeno 16, 18 facilitatori nazionali che si occupino dall’ambiente, alla sicurezza all’innovazione, fino alle questioni legali del MoVimento, alle questioni di comunicazione, alle questioni di organizzazione interna.
E poi abbiamo bisogno di facilitatori a livello regionale, che si occupino della formazione, del coinvolgimento di nuove persone che si vogliono avvicinare al MoVimento 5 Stelle, abbiamo bisogno di facilitatori che parlino con tutto quel mondo che vuol venire a parlare col MoVimento e in una regione non sa con chi parlare.
Abbiamo bisogno di persone che seguano l’iter della certificazione delle liste alle comunali, così che si possa cominciare molto prima la formazione di chi si vuole candidare.
Insomma, abbiamo bisogno di facilitare dei processi affinché tanti più italiani possano giovare dell’azione del MoVimento. E non importa se in un territorio non abbiamo degli eletti: abbiamo un esercito di attivisti, di persone che ogni giorno si dedicano al loro territorio. Dobbiamo coinvolgere tutti e coinvolgerci tutti in un unico progetto.
Discuteremo anche insieme di un’altra questione, che è quella che riguarda i comuni. Dobbiamo investire molto di più sui nostri consiglieri comunali e municipali e per questo discuteremo insieme del mandato “zero” dei consiglieri comunali, che significa che il primo mandato si neutralizza, è un mandato che non vale per la regola dei due mandati, è il primo mandato in cui si fa esperienza, perché nessuno potrà mai dire che un consigliere comunale nel primo mandato, si arricchisce o gestisce potere. In realtà fa un’esperienza preziosa per il MoVimento, che si può portare anche ad altri livelli, anche in altre istituzioni una volta che quella persona ha completato il suo mandato zero.
Poi c’è il tema delle liste civiche, su cui poi dovremo fare una riflessione insieme e capire se su alcuni territori è arrivato il momento di presentarci alle elezioni comunali o regionali insieme a liste di movimenti o comitati con cui abbiamo già collaborato, con cui abbiamo lavorato e con cui è assurdo scontrarci alle elezioni comunali quando ci presentiamo ma è meglio fare squadra e quindi essere più forti. Insomma, abbiamo di fronte un’ulteriore evoluzione del MoVimento, che è la sua capacità di essere resiliente. Questa resilienza oggi si esprimerà, se vorrete, perché lo deciderete voi su Rousseau, attraverso questi ruoli. I ruoli di facilitatori non saranno ruoli in cui si proporrà il singolo, bisognerà presentarsi con dei progetti, con un team alle spalle, bisogna essere competenti nella materia per cui ti proponi. E lo stesso vale a livello regionale.
Ne discuteremo nei prossimi giorni, siamo di fronte ad una ennesima evoluzione del MoVimento, che gioverà agli italiani. Che parte dal 4 ottobre del 2009, quando è nato il MoVimento grazie a Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio e che non si è mai fermata, ha sempre saputo adeguarsi alle difficoltà che trovava davanti.
Ci hanno dato per morti per tanti anni, ci hanno sempre dato per morti, ogni elezione ci davano per morti. Ci evolvevamo, ci riorganizzavamo e partivamo più forti di prima. Questa è l’ennesima volta in cui ci danno per morti, ma saremo più forti di prima.