Di seguito la mia lettera pubblicata dal Sole 24 Ore.
Gentile direttore,
intervengo dalle pagine del suo giornale per affrontare un tema che mi sta molto a cuore e che nei prossimi giorni interesserà l’azione di Governo: la nuova legge di bilancio. E’ molto importante a mio avviso che tutto il Governo, nella sue espressione più alta che sono i ministri, avvii un percorso di dialogo ampio e costante che ci consenta di poter interpretare al meglio le esigenze di un Paese, l’Italia, che nonostante tutte le difficoltà della congiuntura internazionale, sta dando prova del suo immenso valore. I dati sull’occupazione che vedono il massimo storico dal 1977, le performance del nostro export e anche i livelli dello spread ci incoraggiano a imprimere una vigorosa sterzata all’economia italiana. In questi sette anni che ho vissuto nelle istituzioni, prima da Vice Presidente della Camera e poi da Ministro dello sviluppo economico e del lavoro, ho avuto modo di constatare che solo uno sforzo veramente ampio e collettivo, quando si è alla guida della seconda forza manifatturiera d’Europa, può garantire il raggiungimento degli obiettivi desiderati, mentre le iniziative individuali mostrano il passo corto, finendo per esporre a grave frustrazione i medesimi promotori.
Nessuna Legge di Bilancio che possa rilanciare veramente la crescita sostenibile, il lavoro, la formazione e l’innovazione in Italia, potrà mai essere scritta in una sede a porte chiuse: che sia un Ministero, la segreteria di un partito, o i membri direttivi di associazioni di categoria e sindacati.
E’ legittimo che ogni forza politica porti avanti le sue consultazioni con le parti sociali, ma è altrettanto importante che il Governo della settima potenza economica mondiale, agisca come tale, dando prova di capacità di ascolto ampia e corale e di operare una sintesi efficace. Solo per questa via il dialogo con le parti sociali può garantire di pervenire a risultati non parziali o peggio divisivi, ma può assicurare di tramutare il confronto in una buona ed efficace legge di bilancio, utile a perseguire gli interessi generali e a migliorare nel profondo la qualità di vita di tutti i cittadini.
Lo scorso mese di marzo, durante il mio intervento alla direzione nazionale di Confindustria, ho avuto modo di ribadire come la fase 1 del Governo che riguardava le più urgenti misure di protezione sociale, si fosse ormai conclusa. Era la fase che riguardava le persone in grande difficoltà economica o sociale. La fase di attuazione di quelle riforme è ancora in corso, ma da aprile di questo anno abbiamo iniziato la seconda fase che ha già visto due provvedimenti protagonisti come lo Sblocca cantieri e il decreto crescita. Invito anche a non sottovalutare l’ultimo miglio che stiamo percorrendo per la costituzione del Fondo Nazionale Innovazione, istituito presso Cassa depositi e prestiti, e che ci consentirà di erogare entro l’anno 2 miliardi di euro di venture capital per le startup innovative. Siamo ormai in dirittura finale: attendiamo solo l’avallo dalla Corte dei Conti.
Ora però – gentile direttore – per dare reale attuazione a questa fase 2, è arrivato il momento di abbassare le tasse. Certo, detto così sembra uno slogan, anche perché sono consapevole che non disponiamo di risorse illimitate. E’ per questo che sarà fondamentale rendere il più efficace possibile questo intervento puntando principalmente al ceto medio, che ha pagato lo scotto più alto della crisi che ci stiamo lasciando alle spalle. Ho serie perplessità sul fatto che si riescano a trovare risorse per 30 miliardi di euro all’anno per fare la Flat tax come sostiene la Lega. Spero di poter essere smentito. Intanto, nell’ambito delle risorse disponibili, credo che le nostre finanze ci permettano di realizzare un intervento significativo di taglio del cuneo fiscale. Io punto a questo come ministro di questo Governo. Va bene la Flat Tax da 30 miliardi, ma se scendiamo un attimo con i piedi per terra, direi che sicuramente intravvediamo le risorse che servono per aiutare la domanda interna e favorire le assunzioni, con un intervento sul costo del lavoro. Questo ci permetterà anche di compensare qualche potenziale effetto negativo del salario minimo per le imprese.
Per ottenere il migliore risultato, con le risorse a disposizione, serve un ampio momento di confronto. La mia proposta, che ho già avanzato al Presidente del Consiglio e che voglio condividere sulle pagine del suo giornale, è che si apra palazzo Chigi a tutte le categorie di questo Paese per un workshop di più giorni tra Governo e parti sociali. Ministri e rappresentanti delle categorie di questo Paese potranno confrontarsi su vari tavoli, circa le norme necessarie a rilanciare il nostro sistema economico e sociale. Un confronto che troverà il Governo unito, con tutti i suoi esponenti disponibili al confronto che dovrà trovare la giusta sintesi nelle sedi istituzionali più appropriate, secondo un percorso lineare e non divisivo. Anche io sono Ministro e capo politico. Ma credo che quando si rappresenta un Paese, non ci sia da rispondere ad iniziative divisive con altrettante ancor più divisive. Credo che il mio dovere in questo momento sia quello promuovere un momento di unione, sgonfiando le tensioni e rilanciando il dialogo, sia nel Governo che tra il Governo e le parti sociali.
La ringrazio per lo spazio che mi ha concesso. Buon lavoro.