Con Sonia Schellino, Assessora al welfare della Città di Torino, volevamo raccontarvi brevemente cosa stiamo facendo sul tema del Reddito di Cittadinanza.
Come sapete, il Governo ha approvato questo importantissimo provvedimento e quindi adesso i comuni si stanno attrezzando per essere pronti per il momento in cui tutti gli aspetti del RdC entreranno a pieno regime.
È un lavoro molto impegnativo e abbiamo tutto il comune e tutte le direzioni, tutti gli assessorati coordinati ovviamente da Sonia che si stanno impegnando ma c’è grande ottimismo perché sarà uno strumento che certamente dal nostro punto di vista aiuterà a muoversi, nel cercare di dare delle risposte a chi vive disagi, chi non ha un lavoro e chi in qualche modo vuole rimettersi in gioco.
Quindi il comune sta facendo la sua parte e farà la sua parte.
Schellino: Reddito di Cittadinanza e strumenti per l’inclusione sociale
Il reddito di cittadinanza ha iniziato ad essere erogato alle perone, ci sono già le prime persone che hanno ricevuto le card con l’accredito della cifra, fino a 780 euro, secondo i criteri previsti dalla legge.
Questo anche per fare un po’ di chiarezza, perché alcune persone – che in un primo momento avevano capito sarebbero stati 780 euro tout court – pur avendo loro un piccolo reddito sono rimasti un po’ spiazzati; però questo era chiaro nella presentazione a livello nazionale ma è sempre corretto ribadirlo.
Ora, a fronte di questo importo, le persone vengono divise in due grandi gruppi: quelli grossomodo che sono disoccupate fino a 2 anni, vengono mandate direttamente ai centri per l’impiego, che provano a ricollocarli sul mercato del lavoro attraverso riqualificazione, offerte di lavoro ecc.
Tutte le persone che invece non vengono indirizzate direttamente ai centri per l’impiego vengono indirizzate in quelli che da noi ora sono i poli per l’inclusione sociale; queste persone verranno contattate prima in gruppi un po’ più grandi e poi con dei colloqui individuali.
Gruppi grandi in un primo momento si rendono necessari perché stimiamo di avere tra le 16mila e le 20mila persone da incontrare sulla città di Torino, quindi per essere veloci e dare una risposta pronta faremo anche degli incontri collettivi.
Sia per essere veloci sia per dare anche un senso di condivisione: le persone quando si incontrano in gruppo possono anche scambiarsi informazioni e scambiarsi suggerimenti di aiuto e via dicendo.
Queste persone la legge dice che saranno chiamate a fare 8 ore di volontariato (8 o 16: 8 obbligatorie, 16 se desiderano farne di più) sono però ore di volontariato obbligatorio come restituzione alla collettività perché ricevano questo aiuto. Noi vogliamo che queste 8 ore diventino anche un’esperienza arricchente per le persone e che siano non lavori ma esperienze dignitose, per questo abbiamo allertato tutti gli assessorati della città perché ci dicano dove queste persone potrebbero essere impiegate per aiutare la nostra comunità.
Tra le prime cose che abbiamo pensato: aiutare fuori dalle scuole a controllare l’uscita dei bambini; essere di auto nelle biblioteche o nei luoghi di accoglienza per accogliere le persone…
Attività di volontariato che non sostituiranno il lavoro dipendente
È chiaro che questo deve essere volontariato e quindi non una sostituzione rispetto ad un lavoro che deve essere retribuito, quindi stiamo cercando quell’equilibrio che permetta di avere una restituzione ma che non sia un modo per togliere posti di lavoro che invece dobbiamo continuare a garantire: quindi un equilibrio non semplice ed in quest’ottica stimo lavorando.
Non si tratta di lavori che vanno a spiazzare il mercato: non sono persone che andranno a fare delle cose per non assumerne delle altre. Sono cose in più che non avremmo magari mai avuto la possibilità di fare perché non c’erano le risorse e invece riusciamo a farle perché c’è la collaborazione di questi cittadini.
Le prime novità già dal prossimo autunno
Nel mese di settembre dovrebbero esserci le norme che dicono come si attuano questi contributi di restituzione – noi ci siamo un po’ messi avanti col lavoro per cominciare a mappare quali possono essere i luoghi dove queste persone potranno andare, abbiamo già preso contatto con il mondo del volontariato e con tutti quelli che potrebbero aiutarci a fare formazione con queste persone, oltre alle risorse interne della città e nell’autunno dovremmo poter cominciare a offrire queste opportunità.
A Torino la povertà è ancora un’emergenza concreta
Come ho detto più volte questa credo sia una grande sfida non solo per il governo nazionale che ha fatto un passo importante ma anche per noi comunità locale che abbiamo la responsabilità, con le forze che abbiamo, di costruire questi percorsi.
È chiaro che il tema dell’emergenza povertà nella nostra città, sentiti anche i numeri che diceva Sonia, parliamo da 16mila a 20mila persone, è una emergenza e continua ad essere una emergenza.
Questo è uno strumento aggiuntivo che proviamo a sperimentare insieme come comunità: io credo, come ho detto anche più volte, che la tenuta sociale delle nostre comunità dipenda dalla nostra capacità di attuare questi strumenti e dalle persone che avranno questa possibilità di inserirsi in una comunità in senso allargato.
Noi ce la metteremo tutta, voglio ringraziare ovviamente Sonia ma tutta la struttura (il comune, gli assessorati); è una sfida per le singole persone, le città ed il governo, quindi ciascuno dovrà fare la sua parte. ovviamente vi aggiorneremo.