Ciao a tutti,
il nuovo disegno di legge che vi presento serve a semplificare la vita dei nostri ricercatori universitari in due modi: prima di tutto estendendo la durata dell’abilitazione scientifica nazionale da sei a 10 anni e poi istituendo un Fondo straordinario incentivante per il reclutamento degli abilitati non di ruolo presso le Università italiane.
Cosa vuol dire?
Vuol dire che i ricercati abilitati avranno più tempo e maggiori possibilità per essere chiamati e trovare una collocazione all’Università.
I processi di reclutamento, ovvero i concorsi, attualmente sono lentissimi e spesso accade che mentre i ricercatori ne stanno ancora espletando le procedure la loro abilitazione scada. Così si ritrovano a dover sostenere un nuovo esame per rinnovare l’abilitazione necessaria per vincere il concorso! Una situazione paradossale a cui vogliamo trovare una soluzione veloce ed efficace.
A questa proposta si aggiunge l’istituzione di un fondo straordinario presso il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, che è un altro importante passo che il Movimento 5 Stelle al governo compie per combattere la precarietà e la fuga dei nostri giovani cervelli.
Il fondo infatti, con una dotazione di 300 milioni di euro complessivi per tre anni, non è solo un nuovo e importante investimento nella risorse umane che fanno ricerca ma anche uno strumento contro il lavoro precario perché si rivolge a tutti gli abilitati non ancora in ruolo dunque non ancora assunti dalle università. Insomma i più precari di tutti!
In genere, infatti, per ragioni legate al risparmio di spesa e al così detto ius loci, si privilegia l’avanzamento di carriera tra gli “interni” della stessa Università, penalizzando gli altri candidati che hanno anche conseguito l’abilitazione scientifica nazionale.
Lo scopo del finanziamento, quindi, è sia quello di moltiplicare le opportunità di assunzione per tutti i ricercatori abilitati sia quello di contribuire a introdurre nei processi di reclutamento del mondo accademico una maggiore attenzione ai principi meritocratici e ai parametri di equità e trasparenza. Le recenti inchieste di “Università bandita” confermano quanto farlo sia necessario e urgente.
Grazie a chi con commenti e suggerimenti vorrà migliorare il disegno di legge.
A presto