Raramente ci pensiamo, ma i grandi eventi sportivi come una finale di Champions League, una maratona o il Super Bowl del football americano generano una grande quantità di rifiuti e in particolare di plastica.
Il mondo dello sport comincia a prenderne coscienza e in alcuni casi a trarne le conseguenze: il Cio, Comitato olimpico internazionale, ha iniziato a ridurre i rifiuti nelle sue sedi ed è al lavoro per eliminare la plastica monouso dai suoi eventi, mentre sette importanti organismi sportivi – World Sailing, International Association of Athletics Federations, World Rugby, International Golf Federation, International Triathlon Union, International Ice Hockey Federation e International Surfing Association – hanno promesso di sostenere la campagna delle Nazioni Unite #BeatPlasticPollution.
Stesso discorso vale per alcuni appuntamenti diventati ormai classici, come ad esempio la Volvo Ocean Race, che vede sette team di vela gareggiare per 45.000 miglia nautiche in tutto il mondo. Otto mesi di competizione estenuante che mirano anche a sensibilizzare sui temi della sostenibilità, compresa la minaccia rappresentata dall’inquinamento marino della plastica. Lo scorso anno lo yacht Turn the Tide on Plastic durante la competizione ha raccolto dati sulle microplastiche nell’ambito del programma scientifico di Volvo Race.
A Bangalore, in India, lo stadio di cricket Chinnaswamy ha adottato una politica a spreco zero, utilizzando un esercito di volontari vestiti di verde per smistare e educare gli spettatori durante le partite della Premier League indiana. Circa 40.000 tifosi partecipano ad ogni partita nello stadio, generando ogni volta 3-4 tonnellate di rifiuti misti, che ora vengono differenziati. Il mondo del cricket ha mostrato particolare attivismo in materia di plastica, anche nel Regno Unito: lo stadio Kia Oval di Londra sta perseguendo l’obiettivo di diventare completamente privo di plastica entro il 2020: ha vietato l’uso di cannucce di plastica, introdotto tazze di caffè compostabili e sta eliminando gradualmente l’uso di sacchetti di plastica nel negozio del club. Il Kia Oval ha introdotto tazze ecologiche per sostituire i bicchieri di plastica e ha installato 20 fontane distribuendo 20.000 bottiglie riutilizzabili in edizione limitata.
Lo sport può fare molto non solo per ridurre la produzione dei rifiuti durante i suoi eventi, ma soprattutto per sensibilizzare il pubblico a replicare le pratiche virtuose anche nel quotidiano. Un segnale è arrivato nei mesi passati dal Cagliari Calcio, che ha sostituito i bicchieri di plastica derivante da petrolio con quelli in Pla, polimero biodegradabile prodotto con materia vegetale. Ma tanto ancora si può e si deve fare. Nel corso del suo mandato, il ministro Sergio Costa, ha siglato un protocollo d’intesa con i vertici dello sport italiano per la sensibilizzazione sulle tematiche ambientali legate allo sviluppo sostenibile.
Centrale in queste attività sarà l’obiettivo del plastic free. Lo sport italiano ha accettato la sfida di ridurre rifiuti e plastica monouso nelle proprie sedi e tra gli obiettivi del protocollo siglato nei mesi scorsi con il ministero dell’Ambiente c’è anche la riduzione dell’utilizzo monouso della plastica in occasione dei grandi eventi e delle iniziative all’interno dello Stadio Olimpico, del Parco del Foro Italico e nelle joint venture organizzate con le Federazioni Sportive Nazionali. Importanti segnali di un cambiamento necessario. L’auspicio ora è che i campioni dello sport italiano e globale, così come i grandi club e le discipline più amate, raccolgano il testimone impegnandosi in questa fondamentale battaglia.