Noi guardiamo al futuro: la cittadinanza digitale

Anche stamane, su alcuni quotidiani campeggiano polemiche inutili e pretestuose sulla partecipazione dell’Associazione Rousseau agli eventi dell’Onu.

Sono i soliti focolai strumentali privi di memoria storica: nessuno gridò allo scandalo, ad esempio, quando solo un anno fa, il 27 settembre 2018, la Rappresentanza Permanente all’Onu organizzò un evento alle Nazioni Unite, invitando tra gli altri il prof. Romano Prodi in qualità di presidente della Fondazione per la Collaborazione tra i Popoli. “Repubblica” oggi parla di un “invito” partito da Luigi Di Maio quando la partecipazione era già stata programmata con l’allora ministro degli Esteri Enzo Moavero.

Una serie di infondate ricostruzioni per tentare di alzare un polverone mediatico su un importante convegno mondiale sulla cittadinanza digitale: infatti, nell’ambito dei numerosi “side event” che seguono la settimana dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, la Rappresentanza Permanente d’Italia a New York ha cosponsorizzato, insieme a Finlandia, Bangladesh, Unione Europea, UNDESA e UNDP, un incontro su una delle tematiche trasversali che hanno caratterizzato i lavori della 74ma Assemblea Generale. L’Italia sarà rappresentata dalla Ministra dell’Innovazione Tecnologica e della Digitalizzazione Paola Pisano.

Davide Casaleggio, insieme ad altri esperti internazionali del settore, interverrà come rappresentante della società civile. Si tratta di uno dei numerosi eventi sponsorizzati dalla nostra Rappresentanza sui temi dell’innovazione e del digitale e che vedono la partecipazione del settore privato o di organizzazioni no profit.

Uno degli obiettivi dell’Associazione Rousseau è difendere e promuovere i tre diritti fondamentali della cittadinanza digitale: accesso libero alla rete, identità digitale ed educazione alla cittadinanza digitale. Il mondo guarda con interesse al progetto Rousseau, che è diventato un case study in diversi Paesi: nel corso dell’evento sarà presentata una risoluzione a difesa dei diritti di cittadinanza digitale.

Noi guardiamo al futuro e lavoriamo a difesa dei più deboli che ancora non possono accedere ai diritti fondamentali. Ma c’è ancora chi in Italia continua, imperterrito, a creare ad arte polemiche sterili e strumentali, utili solo a fare un po’ di rumore.

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