Accade in Italia, nel 2019, che una donna che ha subito violenza ed è stata picchiata fino quasi alla morte dal partner debba subire un’umiliazione del genere da parte di un giornalista del Servizio pubblico sulla principale rete televisiva italiana.
Questo è accaduto ieri sera, a Porta a Porta su Rai 1, in un’emittente pubblica.
La donna che vedete nel video si chiama Lucia, lei, una notte di nove anni fa, è stata aggredita e massacrata a pugni e a coltellate da un uomo a viso coperto, il suo ex, che non le ha mai perdonato di essere stato lasciato.
Per il giudice si è trattato di tentato omicidio.
Ma per il signor Vespa è esagerata: “se avesse voluto ucciderla, l’avrebbe fatto”, puntualizza.
Io mi occupo di violenza di genere ormai da anni, da avvocato e ora da parlamentare e, di fronte a queste dichiarazioni, rimango BASITA e le considero estremamente GRAVI.
Nell’ascoltare l’intervista mi sono sentita ferita per come Vespa ha trattato questa donna, per le sue risatine, per il suo continuo minimizzare quella che è una tragedia.
Dopo 8 anni di carcere il suo aggressore è uscito di prigione e Lucia è costretta a vivere sotto scorta perché lui abita a 4 km da casa sua.
Vorrei abbracciare personalmente Lucia e tutte le donne che sono passate attraverso un’esperienza del genere per dire loro “noi ci siamo, vi crediamo, e sappiamo che avete attraversato l’inferno”.
La violenza contro le donne si combatte costruendo una cultura del rispetto, guai a chi, parlando di amore, vi accosta la parola violenza.
Le botte non sono amore, sono vigliaccheria, bestialità, efferatezza. D’amore non si muore, care ragazze, ricordatevelo bene, e non permettete a Vespa né a nessun altro di sostenere il contrario!
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