“Attuare il Fondo SalvaOpere: una vera operazione di Sistema!”
Mi rende particolarmente orgogliosa che oggi nel corso dell’Assemblea Nazionale di Ance, l’associazione dei costruttori edili, si sia fatto riferimento a questa misura fortemente voluta dal MoVimento 5 Stelle alla quale ho lavorato in prima persona.
Tutto ciò è nato dalla mia terra, dall’ennesimo blocco nella costruzione della arteria Quadrilatero Marche-Umbra a causa della crisi dell’azienda appaltatrice, Astaldi. A causa di questa crisi, le aziende sub-appaltatrici marchigiane ed umbre non riuscivano a vedere retribuito il lavoro svolto: eppure hanno contribuito a realizzare un’opera pubblica, realizzata con fondi pubblici.
Grazie alla tenacia di questi imprenditori riuniti in comitato, siamo riusciti a far diventare legge questa importantissima proposta che ha permesso di non far fallire le aziende del territorio umbro-marchigiano certo, ma ha anche messo in sicurezza altre aziende in situazioni analoghe. Mettere a disposizione del sistema degli appalti questo fondo ha consentito e consentirà in futuro di evitare che in tutta Italia possano verificarsi situazioni simili a quelle dei sub-appaltatori di Astaldi. È accaduto, ad esempio, anche nel caso delle circa cento aziende subappaltatrici siciliane che rischiavano il fallimento a seguito della temporanea difficoltà di pagamento di CMC.
Il SalvaOpere è partito con risorse proprie del Ministero delle Infrastrutture, 45 milioni di euro, ma sarà poi finanziato costantemente con il versamento di una parte dei ribassi degli appalti pubblici dello Stato. La norma prevede l’accantonamento di una piccolissima quota, lo 0,5%, del valore del ribasso offerto dall’aggiudicatario negli appalti pubblici – oltre i 200.000 euro per i lavori e i 100.000 per i servizi – che andrà a costituire un fondo destinato ad entrare in gioco in caso di crisi dell’azienda capofila di un appalto pubblico con conseguenze sui sub-appaltatori che nel frattempo abbiano realizzato i lavori. Il Fondo infatti consente alle aziende sub-appaltatrici di vedersi rimborsato fino al 70% del credito per il lavoro svolto e non retribuito.
Questo salva il sub-appaltatore e salva anche le opere, come giustamente dice il nome del Fondo. I lavori pubblici, in virtù di questa norma, non risentiranno infatti dei problemi legati ai mancanti pagamenti e non si bloccheranno più per questo, come troppo spesso è avvenuto in passato. In un colpo solo dunque, assicuriamo che infrastrutture tanto attese dai cittadini vengano realizzate nei tempi previsti ed evitiamo che le tante aziende sane, vero motore dell’economia dei nostri territori, non subiscano danni talvolta irreversibili per ragioni che nulla hanno a che vedere con la qualità del loro lavoro o con la serietà del loro operato.
Inoltre, tuteliamo migliaia di lavoratori di queste aziende, che non rischieranno più di perdere il posto di lavoro a causa di un fallimento legato al mancato pagamento dell’impresa appaltatrice.
Una “quadratura del cerchio” che conferma ancora una volta quanto il MoVimento 5 Stelle faccia la differenza nel Paese, facendosi carico dei problemi dei territori e individuando la soluzione migliore insieme a chi li vive sulla propria pelle.