Se l’Europa fa scarcerare i mafiosi

L’ergastolo ostativo è fondamentale nella lotta alle mafie e al terrorismo. Un presidio decisivo al quale né il nostro Paese né l’Europa possono in alcun modo rinunciare: in ballo c’è la sicurezza di tutti i cittadini.

A giugno di quest’anno la Corte europea dei diritti dell’uomo ha sostenuto che la misura dell’ergastolo ostativo rappresenterebbe una violazione dei principi della dignità umana.

Abbiamo subito aperto una riflessione profonda sul significato, ma soprattutto sui possibili effetti di questo orientamento. E il Governo ha già fatto ricorso alla Grande Camera per evitare che la pronuncia della CEDU diventi definitiva. Nell’attesa però occorre ricordare – ancora una volta – quanto sia pericoloso mettere in discussione l’ergastolo ostativo.

Partiamo dai tantissimi osservatori internazionali che vengono in Italia per studiare come applichiamo la legislazione antimafia e antiterrorismo, proprio perché queste norme sono particolarmente efficaci. Le nostre leggi funzionano e sono strumenti preziosi, che dobbiamo difendere.

Se poi pensiamo all’ordinamento penitenziario, le misure più importanti si basano proprio sulle lungimiranti intuizioni e battaglie di Giovanni Falcone: i condannati per mafia e per i reati più gravi possono accedere ai benefici penitenziari solo e soltanto se scelgono di collaborare con la giustizia o se ciò risulti impossibile.

Le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia sono state, e rimangono, fondamentali nella lotta alle mafie e sono altrettanto centrali nell’attività di contrasto al terrorismo, soprattutto per l’elaborazione di strategie sempre più all’avanguardia su una prevenzione degna di questo nome.

Anche il terrorismo è un problema sicuramente avvertito, e non poco, in tutta Europa. Gli Stati europei, infatti, hanno vissuto tanti attentati sulla propria pelle: Tolosa e Montauban, Museo ebraico di Bruxelles, Charlie Hebdo e Bataclan a Parigi; aeroporto e metro sempre a Bruxelles, Nizza, mercatino di Natale a Berlino, Westminster. Stoccolma, Barcellona e Strasburgo. Soltanto per citarne alcuni dal 2012 a oggi.

Se la pronuncia della CEDU diventasse definitiva, ciò di fatto potrebbe mettere a rischio i principi che giustificano la collaborazione con la giustizia. E questo, se vogliamo lottare con tutte le nostre forze contro mafie e terrorismo, non ce lo possiamo assolutamente permettere!

Pensiamo a tutti i potenziali ricorsi che i detenuti all’ergastolo ostativo potrebbero fare alla CEDU, e tra questi stragisti, eversivi, barbari assassini. Le ripercussioni sarebbero gravissime. Si tratterebbe senza dubbio di un passo indietro nel contrasto a mafie e terrorismo. Anche perché verrebbe meno l’aspetto preventivo di questa misura: mafiosi e terroristi non dovrebbero più fare i conti con questo fortissimo deterrente.

Né il nostro Paese né l’Europa devono arretrare su questo fronte: ne va della sicurezza di tutti i cittadini.

 


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