Ieri pomeriggio sono stata assolta dal Tribunale di Pescara “perchè il fatto non sussiste”, nel primo e unico procedimento penale che mi ha vista imputata nella mia intera vita.
I reati che mi si contestavano erano Interruzione di pubblico servizio e violenza privata. Violenza privata… mi ci vedete? Ho deciso di affrontare questa ennesima prova in silenzio e senza clamori, senza cavalcarla mediaticamente. Nessun comunicato stampa, nessun post da eroe o da vittima. Ho deciso di affrontarla in silenzio, nel rispetto dell’istituzione che rappresento e soprattutto nel rispetto del lavoro dei giudici.
Ora che è tutto finito, voglio raccontarvi quello che è accaduto, quello che ho affrontato.
L’assoluzione è arrivata esattamente 5 anni dopo i fatti che mi si contestavano. Sono certa che molti di voi se li ricorderanno. L’11 novembre del 2014 era una mattina piovosa e umida esattamente come oggi. Mi preparavo per partire per L’Aquila, alle 11.00 era convocato il Consiglio Regionale, ma prima decidevo di fermarmi a Cepagatti dove, per le 9.00, era previsto un sit-in indetto dal Comitato NO Elettrodotto Villanova-Gissi. Una manifestazione pacifica di protesta contro la realizzazione del famoso, o dovrei dire famigerato, Elettrodotto TERNA. Decine erano state sino ad allora le manifestazioni dei cittadini proprietari dei terreni che se li erano visti espropriare senza preavviso, con ristori economici irrisori e per mezzo di procedure da sempre contestate perché non in ossequio delle prescrizioni di legge.
La mattina dell’11 novembre di 5 anni fa, l’operazione di immissione in possesso da parte dei funzionari Terna aveva ad oggetto il terreno della famiglia di Daniele Del Grosso, deputato del MoVimento 5 Stelle. Per l’occasione – non fu l’unica – mi recavo a visionare le operazioni per verificare con i miei occhi quanto denunciatomi da decine di cittadini. Su quel terreno incolto, privo di recinzioni e con più strade di accesso, c’erano un centinaio di persone che dimostravano pacificamente la loro contrarietà all’opera. C’erano anche altri portavoce del MoVimento 5 Stelle tra cui i deputati Gianluca Vacca e Carlo Sibilia. C’era anche Rete 8 e i Carabinieri di Cepagatti avvisati del sit-in direttamente da Daniele Del Grosso la sera prima.
C’erano, ovviamente, i tecnici di Terna. A questi ultimi Daniele Del Grosso, armato di foglio di carta, provava a consegnare un documento recante la sua opposizione formale alla immissione in possesso del terreno. I tecnici di Terna si rifiutavano di accettare il documento e Daniele lo consegnava direttamente ai Carabinieri mentre tutte le persone alzavano la voce contro quell’ingiustificato rifiuto. Dopo alcuni minuti di discussione accesa ma civile, i tecnici di Terna decidevano di andarsene. A quel punto la manifestazione si scioglieva e io partivo per L’Aquila.
Nessuna violenza da parte di alcuno.
Passano i mesi e, nella mia funzione di consigliere regionale, approfondisco la questione elettrodotto, deposito interpellanze, richiedo e ottengo la convocazione di un consiglio regionale straordinario in cui partecipano le decine di cittadini interessati, mi schiero dalla loro parte.
Passano i mesi, continuano le immissioni in possesso e i lavori sull’elettrodotto proseguono. Nessuna interruzione di pubblico servizio. I proprietari dei terreni riescono ad ottenere ristori congrui e i lavori proseguono. Cominciano, però, ad arrivare a un centinaio di cittadini le notifiche degli avvisi di garanzia sulla base delle decine e decine di querele sporte dai funzionari Terna. Querele generiche e in ciclostile, tutte uguali, in cui il funzionario raccontava di aver subito dai cittadini azioni di violenza, intimidazioni, minacce e di non aver potuto procedere all’immissione in possesso.
Un avviso di garanzia arriva anche a me, Gianluca Vacca, Carlo Sibilia, Daniele del Grosso e la famiglia di quest’ultimo, sulla base di una querela relativa ai fatti dell’11 novembre.
Ci contestavano, mi contestavano, di aver usato violenza contro i tecnici Terna. “Assurdo!” penso – e di aver loro impedito l’accesso al fondo – “Ma se erano tutti li” sgrano gli occhi – nonché di aver loro fisicamente impedito apposizione dei picchetti – “Ma veramente? Assurdo!” mi ripeto.
Col passare dei mesi vengo a conoscenza di decine e decine di procedimenti incardinati dalle varie procure competenti per territorio (Pescara, Chieti, Lanciano) contro le decine di cittadini che avevano osato manifestare pacificamente la loro contrarietà all’opera e delle numerose archiviazioni disposte dai GIP. Tante archiviazioni. Tutte archiviazioni. Tutte tranne una… la nostra.
Da circa tre anni mi difendo avanti al Tribunale Penale di Pescara da accuse ingiuste, infondate e pretestuose. Accuse in ciclostile che hanno caratterizzato il modus operandi di Terna e dei suoi funzionari e che miravano palesemente a intimorire psicologicamente chiunque osasse dire una parola sull’elettrodotto. In tre anni non ho saltato un’udienza. Ho ascoltato tutti testi che confermavano la mia innocenza, ho ascoltato sgomenta persino il maresciallo dei Carabinieri che, come se niente fosse, dichiarava “La sera prima del sit-in mi incontrai con i tecnici Terna e concordammo, in ogni caso, di NON procedere all’immissione in possesso la mattina dopo”
Ricordo che in quel momento ho pensato: “Quindi che ca**o mi state contestando? Di aver interrotto una azione che sapevate già non avreste compiuto?”. In tre anni in quelle aule vuote in pochi sono venuti a ricambiare la solidarietà e l’aiuto – da me e da noi – ricevuti quando ne avevano bisogno.
Ieri siamo stati tutti assolti! Era l’unico epilogo possibile.
Ieri è finita bene una esperienza che ha comunque lasciato il suo segno. Che mi ha insegnato tanto sulla natura umana. Che mi consente di dormire con la coscienza a posto ogni notte e guardarmi allo specchio al mattino pensando “Hai fatto la cosa giusta. Ti sei battuta civilmente per una giusta causa, puoi andare in giro a testa alta!”. E così farò!
PS: Ci tengo a ringraziare Ottavio Argenio, amico, collega nel MoVimento 5 Stelle e collega avvocato che ha curato la nostra difesa come se fossa la sua!