La grande evasione è uno dei principali problemi italiani e va fermata quanto prima.
Sono i grandi evasori i veri nemici di artigiani, commercianti, negozianti, professionisti italiani. Lo abbiamo scritto ieri in un altro post: se lotta all’evasione deve essere, e noi siamo convinti che sia una priorità, bisogna andare a colpire chi nasconde quasi tutti i soldi che vengono sottratti alla collettività. Abbiamo visto che i contribuenti con cartelle sopra i 500.000 mila euro producono il 67,9% dell’evasione accertata e che se contiamo gli evasori a partire dai 100.000 euro l’evaso accertato arriva addirittura all’83% del totale.
Ma chi sono e come si comportano i grandi evasori italiani?
Ricordiamo qui qualche caso celebre, o famigerato.
Vi ricordate dello scandalo Panama Papers? 11,5 milioni di documenti emersi grazie a un’inchiesta giornalistica condotta in tutto il mondo da oltre 400 giornalisti, appartenenti all’associazione “The International Consortium of Investigative Journalists” (ICIJ), che riunisce diverse testate di molti paesi. È stata definita la più grande fuga di notizie finanziarie della storia e riguarda uno studio legale con sede a Panama e un complesso sistema di società offshore con cui veniva frodato il fisco di oltre 200 paesi.
Chi è coinvolto in questo scandalo? 140 uomini di Stato e/o politici, 550 banche, 214 società offshore. Tra gli imbroglioni che architettavano stratagemmi per non pagare le tasse c’erano centinaia di italiani o residenti in Italia. Tra di loro, oltre all’immancabile Silvio Berlusconi e a Flavio Briatore, troviamo personaggi del mondo dello spettacolo, sportivi, imprenditori, ex parlamentari.
A distanza di 3 anni dalla scoperta dei Panama Papers il fisco italiano era riuscito a recuperare 30 milioni di euro di tasse rubate da questi signori dell’imbroglio. È una cifra destinata a crescere. Sono soldi che, invece di essere utilizzati per il bene del Paese (servizi, investimenti, pagamento di stipendi), venivano nascosti in giro per il mondo per arricchire le tasche già stracolme di persone senza scrupoli. In totale sono stati recuperati più di 1,2 miliardi di dollari tra i paesi di 4 continenti.
Adesso torniamo ai giorni nostri: l’acqua drammaticamente alta a Venezia ha riportato alla luce la storia del Mose e lo scandalo che è nato intorno a quel progetto.
Proprio dalle indagini sulla enorme montagna di corruzione per il Mose è nato il filone Padova Papers: un giro di centinaia di milioni di euro nascosti all’estero grazie all’abilità delinquenziale di tre commercialisti del Veneto.Funzionava così: gli imprenditori si rivolgevano ai tre professionisti per occultare al fisco italiano e far fruttare autentici “pacchi” di denaro. Si tratta proprio di pacchi perché in molti casi questi “prenditori” consegnavano i soldi in involucri rudimentali (ad esempio le scatole per scarpe) che contenevano anche centinaia di migliaia di euro per ciascuna consegna. Questo denaro poi andava all’estero dove veniva gestito da altri complici, garantendo l’anonimato dell’evasore di turno.
Leggete bene cosa ha detto ai magistrati il big delle calzature D.P.: “verso il 1997 o 1998 chiesi al mio commercialista come poter gestire i proventi dell’evasione, in quanto i controlli erano sempre più stringenti. Il commercialista mi propose di consegnarglieli, affermando che avrebbe messo lui a disposizione gli strumenti per aprire un conto svizzero, senza necessità che io apparissi”. Un grande evasore che ruba tanti soldi utili per il welfare, lo sviluppo e gli investimenti in Italia.
Uno dei tre commercialisti, Paolo Venuti fu arrestato e condannato per le tangenti del Mose, come tesoriere-prestanome di Giancarlo Galan, governatore veneto dal 1995 al 2010 per conto di Forza Italia e Lega. Naturalmente anche lui era un beneficiario del sistema e aveva nascosto in Croazia almeno un milione e mezzo di euro, su un conto intestato alla moglie di Venuti.
Avete capito di chi stiamo parlando?
Imprenditori e star da fatturati da capogiro, politici di vertice, professionisti con guadagni a sei zeri. È su questa sacca di evasione fiscale che dobbiamo calcare la mano, mandandoli finalmente IN CARCERE e facendo capire loro che è finita l’impunità. Per tutti gli altri, chi rispetta la legge e la collettività, il nostro messaggio è altrettanto chiaro: lo Stato è dalla vostra parte. Dopo aver abbassato le tasse alle partite IVA un anno fa, iniziamo ad alleggerire quelle dei lavoratori dipendenti a reddito medio-basso.
L’impegno è di destinare i proventi della lotta all’evasione fiscale alla riduzione delle tasse, perché chi lavora e fatica ogni giorno deve finalmente avere la mano tesa da parte del fisco.