Con la norma sui riders stop allo sfruttamento

Ciao a tutti.

Oggi voglio parlarvi della norma sui riders, quei lavoratori che ogni giorno vediamo sfrecciare per le strade di tutta Italia in sella ad una bici o ad un motorino per portare i nostri cibi a casa. Fino a qualche giorno fa questi lavoratori non avevano tutele. Adesso grazie a noi ce le hanno.

Ma andiamo con ordine.

Due settimane fa la Camera ha approvato in via definitiva il Decreto Salva-Imprese. Un provvedimento importante all’interno del quale c’è anche la norma sui riders.

Il percorso per arrivare a questa legge è iniziato con Luigi Di Maio ed è stato concluso da me una volta diventata Ministro del Lavoro. Entrambi ci siamo mossi lungo un’unica direttrice: mettere al centro la dignità e i diritti di questi lavoratori. Così è stato. Colpisce perciò che ancora oggi ci sia qualcuno, in particolare fra i media, che afferma il contrario non raccontando le cose come stanno.

CHE COSA ABBIAMO FATTO IN CONCRETO PER I RIDERS IN QUESTA LEGGE? VEDIAMOLO INSIEME:

1. Abbiamo detto “stop” al pagamento a cottimo.

Per il MoVimento 5 Stelle, che fra i primi provvedimenti approvati da quando è al Governo può vantare il Decreto Dignità, è impensabile che nel 2019 un lavoratore possa essere ancora retribuito in questo modo. Con questa legge, i riders che operano in via continuativa, vengono considerati in tutto e per tutto come lavoratori dipendenti (subordinati per dirla in un linguaggio più tecnico). Quindi avranno garanzie che vanno dai congedi parentali alle ferie passando per la malattia, la tutela in caso di licenziamento illegittimo e l’indennità di disoccupazione.

2. Abbiamo stabilito che la paga minima oraria prevista per i riders deve essere collegata ai contratti collettivi nazionali di lavoro.

In modo che nessuno di loro possa essere sfruttato. Una scelta in linea con la nostra proposta di istituire, anche in Italia, il salario minimo orario.

3. Abbiamo esteso loro le tutele su salute e sicurezza.

Ai ciclofattorini saranno infatti applicate le stesse regole di prevenzione previste per i lavoratori subordinati dal Testo unico sulla sicurezza.

4. Abbiamo garantito loro le tutele previdenziali.

Firmando un contratto di lavoro, quando andrà in pensione un rider percepirà un assegno dignitoso frutto dei contributi versati. Oggi 5,7 milioni di giovani in Italia rischiano di avere nel 2050 pensioni sotto la soglia di povertà: solo in questo modo possiamo iniziare a interrompere questo processo negativo.

5. Abbiamo vietato la disconnessione arbitraria, ultimo punto ma non meno importante. Detto in modo semplice: nessun ciclofattorino può essere penalizzato se si disconnette dalla piattaforma.

Insomma, come avrete ben capito questa legge ha come unico principio ispiratore il bene dei circa 30mila riders che operano nel nostro Paese. La qualità del lavoro e la tutela dei lavoratori sono il centro delle politiche del mio Ministero ed è su questa strada che intendo andare avanti!