Adesso lo scrive anche Il Sole 24 Ore: “Al Sud famiglie meno povere con il Reddito di Cittadinanza”.
Proprio così. Infatti Bankitalia, nell’ultimo rapporto sulle Economie regionali, ha detto che nel 2019 l’indice di intensità della povertà scenderà ulteriormente grazie proprio al Reddito di Cittadinanza. Un risultato importantissimo raggiunto grazie all’impegno costante del MoVimento 5 Stelle che, per anni, si è battuto per l’approvazione di questa misura vincendo la sua battaglia una volta arrivato al Governo del Paese, e per cui tutti, nessuno escluso, dovrebbero essere contenti.
E invece no. Quotidianamente assistiamo attoniti a servizi televisivi che vengono montati ad arte per parlare male del Reddito di Cittadinanza. Un bombardamento di messaggi subliminali, ma anche espliciti, che hanno un chiaro obiettivo: colpire il Reddito di Cittadinanza per provare a convincere le persone che si tratta di una misura inutile o di uno spreco.
Eppure ci sono circa 2 milioni e mezzo di cittadini alle quali è radicalmente cambiata la vita. Uomini e donne che ogni mattina si svegliano con meno pensieri perché sanno di riuscire a mettere un piatto caldo a tavola, o che con l’arrivo del freddo possono accendere il riscaldamento, comprare gli occhiali da vista per i propri figli o più semplicemente procurarsi le medicine per curarsi. Quei due milioni e mezzo non sono un numero, ma persone in carne ed ossa! Piccoli imprenditori, liberi professionisti, commercianti, artigiani e dipendenti che si sono trovati senza alcun tipo di aiuto per troppo tempo.
La principale finalità del Reddito di Cittadinanza, oltre a quella di dare un sostegno economico temporaneo, è quella di far reinserire i beneficiari nel mondo del lavoro. Crediamo per primi che è il lavoro a dare dignità alle persone, ma non si possono pretendere miracoli a pochi mesi dalla sua introduzione.
Prima del nostro arrivo, i Centri per l’impiego sono stati completamente abbandonati al loro destino, con solo 8 mila addetti ai lavori rispetto ai 100 mila della Germania e ai 54 mila della Francia. Per questo li stiamo riformando, portando il personale a circa 20 mila mila addetti.
Si vuole tutto e subito, ma per fare le cose bene ci vuole un po’ di tempo.
Un primo passo però lo stiamo già intravedendo. Al momento sono già stati firmati 50 mila patti per il lavoro. Parliamo di persone che, mentre vengono aiutate per poter fare fronte alle difficoltà quotidiane, verranno accompagnate nella ricerca di un lavoro. Parliamo di una seria riforma delle politiche attive del lavoro, mai attuata e all’avanguardia.
Altra iniziativa che è partita di recente è quella sui progetti in favore della collettività che i beneficiari del Reddito di Cittadinanza dovranno svolgere presso il Comune di residenza. Parliamo, per esempio, di attività di supporto domiciliare per le persone anziane e/o con disabilità, della manutenzione dei parchi, della riqualificazione di aree mediante la raccolta di rifiuti abbandonati. Nel frattempo, i percettori proseguiranno nel loro percorso per trovare un lavoro.
Inoltre va detto che i controlli sui cosiddetti “furbetti”, che non hanno diritto al reddito, e che vengono fatti incessantemente, funzionano, e chi viene scoperto, oltre ad andare incontro a sanzioni pesanti, rischia il carcere!
Così vengono tutelati gli onesti, quelli che pagano le tasse e che, allo stesso tempo, sono contenti che le persone che hanno maggiori difficoltà vengano aiutate.
Ci saranno sempre e comunque persone che cercheranno di approfittarsene, e questo vale per tutte le misure già esistenti, ma non si può di certo condannare gli onesti alla miseria, bensì aumentare sempre di più i controlli per aiutare chi davvero ne ha diritto e bisogno!