Un decimo della ricchezza mondiale è nascosta nei paradisi fiscali.
Parliamo di oltre 8mila miliardi di dollari sottratti ogni anno al fisco, cioè almeno 700 miliardi di dollari l’anno rubati alla collettività – 200 miliardi di imposte sui patrimoni individuali e 500 miliardi sui profitti delle multinazionali. Alcuni dei nomi e dei cognomi dei responsabili di questo gigantesco furto ai nostri danni sono stati pubblicati nei famosi Panama Papers. Ma la maggior parte dei grandi evasori rimane coperta dall’anonimato bancario e da leggi che li proteggono, spesso scritte dagli stessi che poi ne beneficiano. Solo pochissimi di loro vengono scoperti e ancora meno pagano per i loro misfatti.
In Europa i grandi evasori non finiscono in prigione. Negli Stati Uniti sì.
Sei anni fa in Francia ha fatto clamore il caso dell’allora ministro delle finanze di François Hollande, Jérôme Cahuzac: la procura di Parigi aveva scoperto l’esistenza di conti bancari segreti intestati a lui e alla moglie in Svizzera, nell’isola di Man e a Singapore, per un valore di almeno 3,5 milioni di euro. Dopo le dimissioni e cinque anni di processo, fu condannato per frode fiscale a quattro anni di carcere, di cui due con la condizionale – oltre che a 300mila euro di multa e 5 anni di ineleggibilità – ma non ha scontato neanche un giorno di prigione perché la sua pena è stata commutata lo scorso aprile in libertà vigilata con braccialetto elettronico.
Vicenda analoga a quella, accaduta nel 2008 in Germania, che ha coinvolto lo storico amministratore delegato di Poste Tedesche, Klaus Zumwinkel.
Decine di agenti della polizia tributaria tedesca hanno fatto irruzione all’alba nella sua lussuosa villa di Colonia portandolo via in manette con l’accusa di aver trasferito in una banca del Liechtenstein un milione di euro di tasse non pagate tramite una fondazione. Il potente boiardo di Stato tedesco è stato condannato a due anni di reclusione, con pena sospesa, e a una multa da un milione di euro. Anche in questo caso, dunque, nemmeno un giorno dietro le sbarre.
Chi invece in galera ci è finito è stato il celebre attore statunitense Wesley Snipes, famoso per Jungle Fever e per la saga Blade: condannato a tre anni di prigione nel 2008 dal tribunale federale della Florida per aver sottratto al fisco 7 milioni di dollari grazie a conti offshore, ha scontato per intero la pena detentiva in carcere tra il 2010 e il 2013.
In prigione, anche se per poco, ci è finita pure la famosa cantante rap statunitense Lauryn Hill, ex componente dei Fugees e vincitrice di cinque Grammy Awards. Nel 2012 è stata arrestata e condannata da un tribunale federale del New Jersey a tre mesi di prigione e altri tre domiciliari per aver evaso 2,3 milioni di dollari di tasse.
Bruscolini in confronto alla più grande evasore fiscale – scoperta – della storia americana e forse mondiale: quella del magnate delle telecomunicazioni e appassionato di missioni spaziali Walter Anderson, arrestato nel 2005 per aver frodato il fisco per oltre 200 milioni di dollari, nascosti su conti esteri nei paradisi fiscali di Panama e delle Isole Vergini Britanniche. Nel 2006 è stato condannato a nove anni di prigione e a pagare circa 400 milioni. E’ uscito dal carcere nel 2012, dopo sei anni dietro le sbarre e dopo aver trattato un pagamento di 250 milioni.
Chiudiamo questa breve rassegna con la storia di Leona Helmsley, ricchissima imprenditrice alberghiera e immobiliare di New York, condannata nel 1989 a sedici anni di prigione per aver evaso 7 milioni di dollari. In seguito a una lunga battaglia legale, nel 1992 la pena fu ridotta a quattro anni, di cui ne scontò solo uno e mezzo.
Rimase famosa per aver detto: “Noi non paghiamo le tasse, solo le persone insignificanti le pagano”.