Di seguito l’intervista di Luigi Di Maio a Repubblica:
Ministro lei aveva tre anni quando è caduto il Muro. Cosa significa per lei?
“Mio padre aveva una foto in casa della caduta del Muro con la scritta ‘9 novembre 1989’. Per me ha sempre significato la caduta delle ideologie del ‘900. I partiti che si riconoscevano in esse sono entrati in crisi, hanno cominciato ad assomigliarsi, e il MoVimento 5 Stelle in qualche modo è figlio di quella fine delle ideologie”.
Lei è sempre stato abituato a vivere e viaggiare con l’euro in tasca. Eppure, anche nella Lega, c’è ancora chi vorrebbe tornare alla lira.
“Però proprio la Lega era partita dal ‘no all’euro’, dal ‘no ai banchieri’ ed è arrivata a Mario Draghi Presidente della Repubblica. Per me è prematuro parlarne per non commettere una scortesia nei confronti di Sergio Mattarella. Però è significativo che ora la Lega dica che vuole l’euro, l’Unione Europea e Draghi al Quirinale. Io personalmente penso che chiunque pensi che l’Italia se la possa cavare da sola, senza la UE, dinanzi alle sfide globali, alla Cina o agli Usa, sbagli. Che poi i sovranisti stanno sempre dalla parte opposta rispetto al concetto di sovranismo”.
In che senso?
“Nel momento in cui devi affrontare una multinazionale ti aspetti che un sovranista stia dalla parte dei cittadini, e non dalla parte della multinazionale. E invece che sull’Ilva i sovranisti si schierano dalla parte del gigante multinazionali e il MoVimento 5 Stelle, che è accusato di essere troppo filo europeista, sta dalla parte dei lavoratori”.
Lei parla di un mondo post-ideologico ma in realtà si osserva da anni una polarizzazione forte della politica. E oggi, il 9 novembre, qui in Germania si ricordano anche i pogrom del 1938 e c’è un dibattito enorme sull’insorgenza dell’antisemitismo. E la notizia delle minacce a Liliana Segre in Italia hanno fatto il giro del mondo.
“Voglio precisarlo: l’ideologia è una cosa nobile. Qui parliamo di follia, ignoranza, di persone profondamente stupide. Prenda l’incredibile vicenda di Predappio: vede, le ideologie sono talmente in crisi, che per definirti di destra devi arrivare a negare la visita di una scuola ad Auschwitz. E’ una follia: che senso? Non hanno più argomenti, ecco perché si inventano cose del genere. La deriva che vedo non è legata alle ideologie, ma al fatto che ci siano forze politiche in Europa, che pur di definirsi antieuropee e all’opposizione rispetto ai partiti che argomentano con il buon senso, devono ricorrere a gesti allucinanti come qui in Germania, dove esponenti dell’Afd escono dai parlamenti regionali quando si parla di Shoah”.
Le ricordo che l’Afd è alleata della Lega, con cui lei ha governato.
“Questa alleanza con l’Afd l’ho contestata più volte. Perché tutto questo porta anche alcuni soggetti a offendere Liliana Segre. Offendere una sopravvissuta di Auschwitz è inaccettabile. E la soluzione non sta in una singola legge, ma in un investimento massiccio nell’istruzione. Qui stiamo parlando di persone che non hanno gli strumenti intellettuali per distinguere ciò che è giusto da ciò che è sbagliato. Dobbiamo fare molto di più per scuola, università e ricerca perché abbiamo bisogno di persone che abbiano un minimo di capacità critica”.
Cosa significa concretamente? Sa che la Germania ha nominato un Responsabile per la lotta all’antisemitismo, che ha reagito ai fatti di Halle con un pacchetto di misure per proteggere chi lotta contro l’estremismo di destra e per combattere le derive neonaziste
“Credo che l’educazione alla tolleranza e alla non discriminazione non passi soltanto per la scuola. Molto di più deve fare la TV di Stato. La Rai deve trasmettere molto di più un modello basato su principi costituzionali. Questo è il mio approccio a questo tema. Il processo di educazione ai valori costituzionali passa necessariamente attraverso la cultura”.