Il 25 novembre del 2019 sarà ricordata come il giorno in cui la Liguria è rimasta isolata. Un fatto vergognoso che ha delle cause che affondano nel tempo e nell’incuria, di cui qualcuno deve rispondere.
Prima la tragedia del Ponte Morandi, domenica il crollo del ponte sulla A6 (Torino-Savona), ieri lo stop alla A26 (Genova-Gravellona Toce).
“Viadotti a rischio rovina”. Con queste lapidarie parole il procuratore capo di Genova Francesco Cozzi ieri aveva disposto la chiusura della A26 dallo svincolo con la A10 nel capoluogo ligure a Masone. I ponti ai quali si faceva riferimento sono il Pacetti (in direzione Genova) e il Fado (in direzione Alessandria): entrambi i viadotti sono in condizioni pessime, stando ai rilievi dei magistrati.
Ancora un episodio che va a confermare i sospetti sulle abnormi responsabilità di Autostrade per l’Italia in merito alle mancate manutenzioni, emersi in tutta la loro drammaticità il 14 agosto del 2018. Ora ci chiediamo: è pensabile che una regione, con uno dei centri produttivi più importanti del Mediterraneo, sia appesa a un filo e si trovi a vivere in queste condizioni, a causa dell’incuria e della sciatteria della holding dei Benetton?
Ieri sera e fino a poco fa Genova di fatto era isolata: per un lungo momento l’economia genovese e ligure sono state a rischio paralisi. Ricordiamo che oltre alla A6 e alla A26, anche sulla A7 ci sono viadotti “sorvegliati speciali” come il “Coppetta”, anch’esso registrato in condizioni piuttosto precarie.
Sono passati vent’anni da quando la vecchia politica diede in gestione ai Benetton una grossa fetta della nostra rete autostradale praticamente in pacco regalo. In questi vent’anni i pedaggi sono lievitati di anno in anno in maniera sistematica, tanto che il colosso “Atlantia” è arrivato ad accumulare utili per miliardi di euro grazie a questo business.
I signori del casello hanno trovato nelle autostrade una vera gallina dalle uova d’oro, eppure gli investimenti in lavori di ammodernamento e manutenzioni sono diminuiti un anno sì e l’altro pure: ci sono le carte a dimostrarlo. E adesso la magistratura sospetta di report fasulli, di manutenzioni registrate su carta ma in realtà mai fatte, di verifiche sui cassoni pressoché inesistenti per decine di viadotti. Lungo tutto lo Stivale, e non solo in Liguria.
E’ necessario rivedere totalmente tutto il sistema delle concessioni autostradali. E soprattutto, procedere quanto prima con la revoca delle concessioni per Autostrade per l’Italia.
Quando all’indomani della tragedia del Morandi, abbiamo chiesto di agire in questa direzione, contro il MoVimento è partito un fuoco incrociato fatto di attacchi e critiche.
Vorremmo vedere chi oggi ha ancora il coraggio di parlare, di darci degli sprovveduti e allarmisti.
La revoca delle concessioni la dobbiamo a chi ha perso la vita nel disastro del Morandi e ai loro cari, ma lo dobbiamo a tutti gli italiani che hanno il diritto di viaggiare in piena sicurezza.
Da subito.