Come sempre, quando non si hanno argomenti, la si “butta in caciara”. Usiamo l’espressione romana perché bene si attaglia al personaggio, Giorgia Meloni, che sarà anche cristiana, ma dice le bugie oppure è ignorante: non ha mai letto cosa prevedono le norme penali incluse nel dl fiscale. Cosa che non ci stupirebbe neanche più di tanto considerato il suo assenteismo in Parlamento.
Meloni e Fratelli d’Italia dicono che la legge che prevede l’arresto per i “grandi evasori” sia una trappola per piccoli e medi imprenditori. Intanto, quindi, danno preliminarmente degli evasori fiscali alle pmi italiane, non riconoscendo loro invece l’enorme merito di essersi sobbarcate l’asse produttivo di tutta Italia. Poi aggiungono che “basterà un’indagine per evasione fiscale per subire esproprio beni e finire in carcere”. Allora, come si fa con gli studenti che hanno bisogno di ripetizioni, prendete appunti:
Il carcere ai grandi evasori scatta per chi froda il fisco, cioè frega lo Stato, cioè si mette a tavolino per capire come fregare tutti i cittadini e mettersi in tasca soldi che non sono suoi. E mica pochi: 100mila euro di somma evasa, quindi parliamo di fatturati di centinaia e centinaia di migliaia di euro, se non milioni. E solo nel caso in cui è dimostrato, con condanna definitiva, che si è agito per fregare lo Stato. Lo scriviamo così – terra terra – così forse anche la Meloni riesce a capirlo.
Quella del MoVimento, proprio al contrario delle bugie della Meloni, è una manovra per tutelare proprio quelle piccole e medie imprese italiane, la nostra ossatura produttiva, che proprio i grandi evasori fottono con le loro azioni criminali. Quindi, cosa dovremmo dedurre alla fine di tutto ciò: Meloni e Fratelli d’Italia spalleggiano i grandi evasori?
Basta parlare, ma senza dire bugie.