Dopo aver passato in rassegna alcuni casi di grandi evasori, oggi ci occupiamo di un “grande protagonista” dell’aggiramento del fisco: Silvio Berlusconi, l’esponente delle istituzioni che vanta il record di frequentazione dei tribunali.
Nell’agosto del 2013 l’ex cavaliere di Arcore venne condannato a 4 anni di detenzione per frode fiscale. 3 dei 4 anni gli sono stati scontati per via dell’indulto del 2006. Di che frode parliamo? 368 milioni di dollari di fondi neri incassati dalle società offshore di Berlusconi negli anni ’90. Ma grazie a una delle tante leggi ad personam, quella che porta il nome di Cirielli, l’accusa del processo ha potuto contestare solo 7,3 milioni di euro. Tutto il resto è andato in fumo per colpa della solita prescrizione su misura.
Ecco il meccanismo fraudolento contestato al profeta della rivoluzione liberale e del “meno tasse per tutti”: Mediaset faceva finta di comprare format e serie tv dal mercato americano a un prezzo maggiorato almeno di 10 volte. Ovviamente non per regalare soldi a qualcuno ma per due scopi ben precisi: abbattere gli utili dichiarati al fisco italiano, così da pagare molte meno tasse, nascondere presso dei paradisi fiscali i soldi corrispondenti alla differenza tra prezzo reale e prezzo finto, su conti esteri intestati a società riconducibili a Berlusconi.
In sintesi: il buon Silvio prendeva soldi di Mediaset e li dirottava nelle sue tasche, il tutto in nero.
In virtù di questa condanna il 27 novembre 2013 Berlusconi venne cacciato dal Senato. Un risultato reso possibile grazie al MoVimento 5 Stelle, che era entrato in Parlamento soltanto da pochi mesi. In quella giornata fummo decisivi per espellere dalle istituzioni un “delinquente abituale e recidivo”, come disse in aula la nostra Paola Taverna.
Ricordiamoci tutti che il signor Berlusconi poi l’ha fatta franca in altri processi grazie alla prescrizione o alle leggi che lui stesso ha fatto approvare dalla sua maggioranza in Parlamento. In due casi ha beneficiato della depenalizzazione del falso in bilancio approvata dal centrodestra e in sei casi (con accuse, tra le altre, di falso in bilancio e corruzione giudiziaria) si è salvato grazie alla prescrizione.
Ovviamente quando abbiamo presentato la misura sul carcere per i grandi evasori Berlusconi è saltato dalla sedia e ha lanciato una campagna basata su menzogne e paura.
Lo diciamo e lo ribadiamo: chi non ha nulla da temere può stare tranquillo. Il messaggio che lanciamo a Silvio e compagnia è chiaro: l’impunità è finita.