Il nostro caro Franco Ortolani lo ripeteva spesso ai colleghi del Movimento tra i corridoi del Senato e nei suoi interventi pubblici: “dobbiamo finanziare la Carta Geologica Nazionale”. Geologo, docente universitario, Ortolani aveva un grande bagaglio di conoscenza e di esperienza che aveva messo al servizio di noi tutti e del Paese.
Durante i mesi nel corso dei quali Franco è stato al nostro fianco al Senato ha messo la cura e lo studio del suolo al primo posto tra le priorità da affrontare.
Tra queste, in particolare, il progetto Carg. Quello, appunto, della Carta Geologica nato nella fine degli anni ’80 e mai concluso, che per lui ha rappresentato per un obiettivo irrinunciabile. Perché questa carta era ed è così importante?
L’Ispra, Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, lo spiega con un esempio molto chiaro: “La conoscenza del territorio è come una visita medica specialistica approfondita. Insomma, se una persona ha mal di schiena fa degli esami adeguati e si rivolge al medico adatto. Lo stesso vale per lo studio della geologia del Paese: se abbiamo dati precisi, appena individuato il problema siamo in grado di fornire un’indicazione tempestiva”.
Completare la Carta Geologica vuol dire avere finalmente il quadro esaustivo sullo stato di salute del suolo, sulle sue caratteristiche. Sono premesse necessarie per sapere quali territori sono a rischio, come e perché si deve intervenire. Pensiamo ad esempio al dissesto idrogeologico, ai danni e alle tragedie che provoca. E’ fondamentale conoscere le caratteristiche dei nostri suoli, studiarne le criticità, conoscere quali territori oggi sono a rischio. Gli scienziati chiamano la nostra epoca geologica “antropocene”: un’epoca in cui l’essere umano e le sue attività hanno modificato interi territori, sventrando il nostro capitale più prezioso: l’ambiente.
Ecco perché è così importante l’emendamento alla Manovra approvato ieri al Senato, firmato dalla nostra Vilma Moronese, che prevede il finanziamento di 15 milioni sul triennio 2020-2022 per questo progetto. Ora potremo continuare a stilare la Carta Geologica, che era ferma al 44%, e portarla a compimento. Un avanzamento che si traduce in uno strumento per contrastare il dissesto idrogeologico e un incentivo per la ricerca e la tutela dei territori.
Un risultato importante a cui ne seguiranno altri. Non possiamo fermarci e non possiamo più rimandare la presa in carico della tutela del nostro patrimonio ambientale. Il nostro patto per l’ambiente va avanti e dopo il Decreto clima, la legge Salvamare, abbiamo tante altre proposte da approvare e iniziative da realizzare.
Il futuro è dietro l’angolo, cominciamo ad occuparcene da subito.