Quello dei videogiochi è un mercato che coinvolge oltre 950 milioni di persone in tutto il mondo, per un fatturato annuo di circa 130 miliardi di dollari (116,3 miliardi di euro). Le previsioni indicano una crescita che porterà il settore a toccare quota 300 miliardi di dollari (268,4 miliardi di euro) entro il 2025, secondo GlobalData. Solo nel nostro Paese, il giro d’affari nel 2018 è stato pari a 1 miliardo e 700 milioni di euro, con una crescita del 18,9% rispetto al 2017.
Con numeri di tale portata, era inevitabile che i più grandi nomi del settore avessero l’obbligo di sfruttare parte del loro potere per agire in risposta alla crisi climatica. Un impegno annunciato nelle scorse settimane durante l’ONU Climate Action Summit. Ventuno aziende – tra le altre, Sony Interactive, Microsoft, Google Stadia, Electronic Arts, Rovio, Ubisoft e WildWorks – hanno deciso di utilizzare tecnologie ad alta efficienza energetica con l’obiettivo di ridurre di 30 milioni di tonnellate le emissioni di CO2 entro il 2030. Inoltre, si prevede di piantare milioni di alberi in tutto il mondo e introdurre miglioramenti nella gestione degli imballaggi (eliminando la plastica) e nel riciclaggio dei dispositivi.
Un settore che raggiunge 2,6 miliardi di persone a livello globale, però, ha la possibilità di innescare il cambiamento sociale anche veicolando informazioni, coinvolgendo emotivamente le persone ed educandole a comportamenti e stili di vita corretti.
Del resto, l’utilizzo della tecnica della gamification è ormai da tempo diffusa per veicolare messaggi di vario tipo e indurre a comportamenti attivi, al fine di raggiungere specifici obiettivi, personali o d’impresa. La piattaforma Games4Sustainability, ad esempio, raccoglie un centinaio di giochi e simulazioni classificati per obiettivi di sviluppo sostenibile, realizzati per progetti di apprendimento. Sono i cosiddetti “serious game”, che rappresentano degli utili strumenti per educatori, amministrazioni pubbliche e aziende.
Sony sta pensando adesso a esperienze di gioco nuove per ispirare la comunità di PlayStation ad agire sui cambiamenti climatici. Stessa cosa fa Google Stadia, il servizio di gaming della casa di Mountain View, che è intenzionata anche a realizzare una guida allo sviluppo di giochi sostenibili, mentre Microsoft vuole utilizzare il noto videogame Minecraft per coinvolgere i giocatori nella costruzione di un mondo migliore. Un progetto sperimentato negli scorsi mesi: in questo modo è riuscita a chiudere una raccolta fondi che gli ha permesso di piantare 115mila alberi in Africa.
Esistono già dei titoli sul mercato che, utilizzando la leva ludica, cercano di diffondere una cultura sostenibile per renderci cittadini più consapevoli e attenti alle problematiche ambientali. Lo fa, ad esempio, Clim’way, un gioco gestionale nel quale gli utenti devono raggiungere determinati obiettivi per arrivare a ridurre le emissioni di gas serra. O anche BBC Climate Change, prodotto dalla BBC e sviluppato da Red Redemption, dove il giocatore veste i panni del presidente delle nazioni europee ed è costretto a prendere decisioni efficaci per contrastare i cambiamenti climatici, altrimenti perderà il suo consenso.
C’è Profit Seed, che cerca di insegnare cos’è l’agricoltura sostenibile e quali sono gli eventuali rischi degli Ogm. NOOA Games invece, è una piattaforma della National Oceanic and Atmospheric Administration, con diversi giochi a tema ambientale, mentre l’Università di Santo Tomas, a Santiago del Cile, ha creato un videogioco per spiegare come sfruttare in maniera responsabile le risorse terrestri.
Qualche anno fa, anche la Provincia di Cagliari aveva realizzato un gioco in italiano, chiamato ZWX, che ci impegnava a salvare la Terra dal pericolo dell’inquinamento. In generale però, si tratta di casi sporadici e soprattutto, per la maggior parte, lontani dalle sirene del grande pubblico. Ci sono delle eccezioni: due anni fa la casa produttrice Paradox Interactive ha lanciato una nuova espansione del suo videogioco gestionale di gran successo, “Cities: Skylines”, chiamata “Green Cities”. Questo aggiornamento, facendo leva sul successo del gioco principale, riusciva a incentivare migliori comportamenti ambientali senza limitare il divertimento.
Una cosa è certa, dunque: i videogiochi sono una cosa seria. Uno strumento potente per incentivare e supportare l’attenzione verso le tematiche ecologiche e ora anche i big del settore hanno deciso di imboccare questa strada. “Due punti di forza dei videogiochi sono la loro natura interattiva e la possibilità di generare simulazioni”, ha dichiarato il fondatore di Electronic Arts, uno dei giganti del mondo videoludico. “Abbiamo il potenziale di usare i giochi per coinvolgere ed educare il pubblico in aree socialmente rilevanti”. Presto, quindi, le scelte effettuate nel mondo virtuale potranno aiutarci ad agire correttamente nella vita di tutti i giorni.